Si tratta di due ingegneri della Provincia di Lecco e di uno dell’Anas. Il 28 ottobre 2016 il collasso del ponte: un morto e diversi feriti fra cui bambini.
A poco più di una settimana dal crollo del cavalcavia sulla superstrada Milano-Lecco (GUARDA IL VIDEO DEL CROLLO), lo scorso 28 ottobre, arrivano i primi avvisi di garanzia da parte della magistratura: due ingegneri della Provincia di Lecco e uno dell’Anas sono indagati.
Il collasso improvviso del cavalcavia di Annone, nel Lecchese, ha causato un morto e diversi feriti (LEGGI ANCHE: CAVALCAVIA CROLLA SULLA MILANO-LECCO, TIR PRECIPITA SULLE AUTO: UN MORTO E BAMBINI FERITI). L’inchiesta, condotta dal procuratore di Lecco, Antonio Chiappani, e dal pubblico ministero Nicola Preteroti, ipotizza i reati di omicidio colposo e disastro colposo. Dei tre ingegneri adesso sotto inchiesta, uno, quello dell’Anas, è responsabile della manutenzione del cavalcavia crollato sotto il peso di un tir che portava un carico di bobine d’acciaio. A quanto sembra, in questa fase iniziale dell’inchiesta i magistrati stanno cercando di capire se vi sia stata una mancanza di coordinamento tra i tecnici provinciali e quelli dell’Anas.
Il 28 ottobre 2016, attorno alle 17.20 del pomeriggio, il cavalcavia si è letteralmente sfaldato sotto il peso del tir carico di acciaio. Il mezzo pesante è precipitato sulla superstrada sottostante schiacciando alcune auto che stavano transitando. È poi emerso che sulla struttura del ponte erano stati lanciati diversi allarmi circa la sua sempre maggiore pericolosità. Fino a quello stesso giorno del 28 ottobre. Ma, forse per una sorta di scaricabarile fra Provincia da una parte, e Anas dall’altra – è ciò che appunto l’inchiesta della procura di Lecco sta tentando di appurare -, nessuno dei due enti aveva voluto assumersi la responsabilità di chiudere preventivamente il cavalcavia (LEGGI ANCHE: CAVALCAVIA CROLLATO, SCONTRO FRA ANAS E PROVINCIA: “DOVEVA ESSERE CHIUSO”).
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