Emergono sempre maggiori particolari sulla tragedia dell’aereo Germanwings precipitato sulle Alpi Francesi martedì mattina che ha causato la morte di tutte le 150 persone che erano a bordo. Durante la conferenza stampa si apprende dal procuratore di Marsiglia Brice Robin che non ci sono cause tecniche all’origine dell’incidente ma solo un’azione lucida e volontaria di una persona, il copilota dell’Airbus Andreas Lubitz, che “voleva distruggere l’aereo”.
E’ stato il New York Times a rivelare per primo l’indiscrezione della presenza di un solo pilota all’interno della cabina di pilotaggio durante la caduta. La testata ha citato estratti delle registrazioni della scatola nera ritrovata, quella che memorizza i colloqui in cabina. Ed è infatti su queste registrazioni che gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica dell’incidente dell’Airbus A320 e tutti i minuti drammatici antecedenti allo schianto al suolo del velivolo.
Secondo quanto raccontato, nei primi 20 minuti del volo c’erano stati scambi cordiali fra il comandante e il copilota Andreas, assunto nella compagnia tedesca appena un anno e mezzo fa. Il comandante, nell’annunciare il briefing per l’atterraggio, aveva ricevuto – dice il procuratore – “risposte laconiche, brevi, non come dovrebbero essere”. Dalle registrazioni si sentono, dopo il briefing, dei rumori di movimento: è questo il momento in cui si presuppone l’uscita del comandante dalla cabina, verosimilmente per recarsi alla toilette. Una volta solo, il copilota violando le norme di sicurezza che impongono la presenza di almeno due persone in cabina di pilotaggio, ha chiuso dall’interno il locale e ne ha bloccato l’apertura. Ha poi azionato volontariamente la discesa dell’aereo mentre questo era in pilotaggio automatico.
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Gli inquirenti hanno spiegato che il comandante, tornando, ha bussato alla porta ma non ha ottenuto risposta. Ha riprovato con sempre maggiore nervosismo parlando con il copilota e pregandolo di aprire. Poi, comprese le intenzioni dell’uomo seduto ai comandi del velivolo, ha iniziato disperatamente a colpire la porta aiutato molto probabilmente dai passeggeri che avevano sentito le urla disperate. Un tentativo reso vano dalla blindatura della porta, decisa dopo l’attentato dell’11 settembre a New York.
Restano ancora al vaglio delle autorità le motivazioni per cui Andreas Lubitz, ventottenne originario di Montabaur (nelle zone rurali della Germania), abbia deciso di suicidarsi portando con sé la vita di altre 149 persone.
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