Da venerdì 23 marzo in Parlamento le votazioni per scegliere il presidente della Camera dei Deputati e quello del Senato. Anche dall’ultima riunione dei capigruppo, però, non è uscito un nome comune né una convergenza sui nomi. Si annuncia un’aspra battaglia fra le forze politiche.
Ore 13.28 – +++ Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia) è stata eletta presidente del Senato – è la prima donna a ricoprire questo ruolo -, e Roberto Fico (M5S) è stato eletto presidente della Camera dei Deputati +++
SABATO 24 MARZO, ORE 8.05 – Comincia un’altra giornata, non si sa se decisiva, per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. E se a Montecitorio la Lega si è detta disponibile a sostenere il candidato dei Cinque Stelle, Riccardo Fraccaro, i guai arrivano da Palazzo Madama. La partita qui è più complessa. Ieri si è consumato uno strappo violento nel Centrodestra, quando Salvini ha annunciato il suo voto, e quello del suo partito, per Anna Maria Bernini di Forza Italia, gradita al M5S. Berlusconi, che voleva Paolo Romani, si è infuriato e ha stigmatizzato la “rottura della coalizione”. Bernini, in un tweet, ha poi formalmente rinunciato alla candidatura. Tutto azzerato. E oggi si ricomincia.
VENERDI’ 23 MARZO, Ore 11:25 – I parlamentari del M5s voteranno scheda bianca sia alla Camera sia al Senato nelle prime due votazioni per l’elezione dei presidenti delle Camere. L’indicazione è arrivata dal leader del movimento, Luigi Di Maio, nel corso dell’assemblea congiunta dei parlamentari pentastellati riunita a Montecitorio. La stessa indicazione, peraltro, è arrivata anche ai parlamentari di Forza Italia e del Pd: si prospetta dunque un nulla di fatto nelle prime votazioni.
Una girandola di vertici culminata con la riunione di tutti i capigruppo non basta a evitare, fino alla tarda sera di ieri 22 marzo, l’evaporazione di ogni accordo sulle presidenze delle Camere. Lo riferisce il sito web dell’Ansa. Troppi i nodi alla base di un impasse che dura da giorni, primo fra tutti la candidatura del centrodestra di Paolo Romani alla guida del Senato e, soprattutto, il rifiuto del M5S a qualsiasi incontro con Silvio Berlusconi.
VETI INCROCIATI, TRATTATIVE FERME
“I nomi usciranno solo se ci sarà un incontro tra i leader, altrimenti il centrodestra andrà con Romani al Senato e Giancarlo Giorgetti alla Camera”, è l’affondo di FI al termine della riunione dei capigruppo che, in serata, tenta invano una ricucitura in zona Cesarini. FI, Lega, M5S: sono questi, al momento, i tre protagonisti dell’impasse al termine di una giornata che, alla fine, porterà quasi certamente, oggi 23 marzo, a votare scheda bianca ai primi scrutini sia il centrodestra che il Pd.
IL PIANO B: FRACCARO E BERNINI
Rinviando, di fatto, l’elezione della seconda e terza carica dello Stato almeno a sabato. La giornata clou, ieri 22 marzo, era cominciata con la richiesta, da parte del capogruppo uscente del Pd, Ettore Rosato, di “resettare” ogni trattativa. Poi è il centrodestra a tornare a riunirsi e dal nuovo vertice Berlusconi-Salvini-Meloni esce nuovamente il nome di Romani. È a quel punto che Di Maio rompe il silenzio proponendo una riunione tra tutti i capigruppo e sentenziando il “no” del M5S al capogruppo FI, “indagato ed invotabile”.
Se FI e M5S riusciranno a smussare lo scontro il ticket giusto, secondo gli ultimi rumors, potrebbe essere quello di Anna Maria Bernini (con Anna Maria Casellati, ex magistrato, come outsider al quale il M5S avrebbe una qualche difficoltà a dire di no) al Senato e Riccardo Fraccaro alla Camera. Ma è un ticket del quale, almeno fino a domani sera, non dovrebbe esserci alcuna traccia ufficiale e che potrà emergere solo dopo che il “gioco dei veti” sarà stato risolto.
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