Un Natale da incubo per la giunta pentastellata della capitale. Non solo l’arresto di Marra e le dimissioni di Muraro. Ma anche la bocciatura del bilancio. E non si può ancora escludere un avviso di garanzia alla sindaca
Non c’è pace per Roma. Il giorno dopo la bocciatura del bilancio da parte del collegio dei revisori dei conti del Campidoglio infuria la polemica politica. La giunta guidata dalla sindaca pentastellata Virginia Raggi – di fatto ormai commissariata dai vertici dei Cinque Stelle – incassa un’altra sconfitta. Molto pesante. E non si può ancora escludere che la stessa Raggi possa ricevere un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sulle nomine politiche effettuate in questi mesi. Del resto, lei stessa, interrogata nei giorni scorsi a questo proposito dai giornalisti che l’aspettavano sotto casa, aveva dichiarato: “Le mie dimissioni in caso di un avviso di garanzia? Valuteremo…”.
Il primo bilancio dell’amministrazione Raggi, che il Movimento si vantava di aver approvato “per la prima volta nei termini di legge”, ora – e per la prima volta – è stato bocciato dall’Oref, l’Organismo di Revisione Economico-Finanziaria del Comune. Il verdetto negativo arriva dopo una settimana da incubo, fra le dimissioni dell’assessore all’Ambiente, Paola Muraro, l’arresto del fedelissimo Raffaele Marra (GUARDA IL VIDEO: L’ARRESTO DI MARRA A ROMA, VIRGINIA RAGGI: “HO SBAGLIATO A FIDARMI DI LUI”), il passo indietro imposto da Beppe Grillo al vicesindaco Daniele Frongia e al capo della segreteria politica della sindaca, Salvatore Romeo (LEGGI ANCHE: ROMA, CAMPIDOGLIO SHOCK: VIRGINIA RAGGI COMMISSARIATA DA BEPPE GRILLO).
“È stato depositato il parere dell’Oref, l’Organismo di Revisione Economico-Finanziaria del Comune, e non è favorevole“. Così il presidente del Consiglio comunale di Roma, Marcello De Vito, aveva annunciato, ieri sera 20 dicembre, il no al bilancio 2017-19. “Riguardo le entrate, non si riscontra un adeguato e specifico programma di recupero delle entrate tributarie e patrimoniali dell’Ente come già raccomandato da questo Collegio – si legge nel parere dell’Oref -. Inoltre non trovano riscontro le raccomandazioni del Mef e le previsioni del piano di rientro in riferimento alla razionalizzazione e/o alienazione delle partecipazioni in società che non svolgono attività per il raggiungimento di fini istituzionali dell’Ente”.
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