La primavera porta con sé il bel tempo e, purtroppo, anche nuove tragedie nel Mediterraneo: sono infatti ripresi gli sbarchi in massa dalla Libia. Nei giorni passati migliaia i migranti soccorsi in mare.
Nel week end appena trascorso sono stati recuperati quasi seimila migranti diretti verso l’Italia. La situazione è preoccupante non solo per il numero di immigrati pronti ad attraversare il Canale di Sicilia ma per l’ingovernabilità del fenomeno: ieri notte è stato aperto il fuoco, nelle acque internazionali, contro la Guardia Costiera italiana mentre terminava un’operazione di salvataggio.
Una motovedetta libica, avvicinatasi all’imbarcazione italiana, ha aperto il fuoco e si è impossessata del barcone facendo poi rotta verso le coste libiche. Un episodio grave, anzi gravissimo se si somma alla tragedia di ieri mattina dove nove persone hanno perso la vista. L’ennesimo barcone carico di immigrati non è riuscito ad approdare sul suolo italiano e si è rovesciato a circa 80 miglia dalle coste libiche. I superstiti, circa 140 le persone salvate, sono stati imbarcati su un mezzo della Marina Militare, coinvolta nell’operazione Triton, che si è poi diretta verso le coste della Sicilia.
Lo sbarco di centinaia di migranti a Porto Empedocle, ha riaperto la polemica, già aspra, a riguardo. Il Viminale ha lanciato l’allerta: i centri sono pieni, servono nuove strutture di accoglienza.
Il ministro degli esteri, Paolo Gentiloni afferma che il problema dell’immigrazione va risolto alla radice, stabilizzando la Libia e colpendo le organizzazioni che si nutrono di questo traffico. “L’anno scorso abbiamo avuto 170 mila sbarchi“, ha ricordato Gentiloni, “un aumento quest’anno sarebbe assolutamente più difficile da gestire: non dobbiamo però seminare il panico“. Ha aggiunto poi che tra i migranti che vengono dalla Libia “quasi nessuno è libico, la Libia è una porta aperta“. Triton, ha proseguito il ministro, “non è una soluzione adeguata e francamente che una superpotenza economica come l’Europa spenda tre milioni al mese su questa emergenza è davvero poco“.
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A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato poi Matteo Salvini che, su Facebook, ha così commentato l’argomento: “Alfano e Renzi cercano altri 6.500 posti letto per gli immigrati. Chiedo ai governatori, ai sindaci, agli assessori e ai consiglieri della Lega di dire no, con ogni mezzo, a ogni nuovo arrivo. Come Lega siamo pronti a occupare ogni albergo, ostello, scuola o caserma destinati ai presunti profughi“.
Ferita che sembra destinata a restare aperta: dovrebbe infatti arrivare domani mattina nel porto di Corigliano Calabro (Cosenza) un’altra nave mercantile con un centinaio di migranti. Ciò accadrebbe proprio alla vigilia dell’approdo turistico programmato da Costa Crociere nello stesso scalo. Le due facce della medaglia: da una parte il lusso, dall’altra la disperazione.
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