Facebook e Instagram, due delle più famose e popolari app del mondo, cambieranno drasticamente nei prossimi mesi: cosa accadrà.
Meta, la holding di Mark Zuckerberg che controlla i social network più influenti del mondo, ha recentemente annunciato un cambiamento significativo nelle sue politiche di moderazione dei contenuti.
La chiusura del programma di fact checking di terze parti ha sorpreso molti, suscitando interrogativi e preoccupazioni su cosa significhi per gli utenti italiani e per l’ecosistema delle informazioni online. Questa decisione è stata interpretata da alcuni come un gesto di apertura verso figure politiche come Donald Trump e imprenditori come Elon Musk, che hanno sempre sostenuto una maggiore libertà di espressione sui social media.
Come cambiano Facebook e Instagram
Dal 2016, Meta aveva implementato un sistema di fact checking esterno con l’obiettivo di contrastare le fake news e promuovere informazioni verificate. Tuttavia, secondo Zuckerberg, questo sistema si è trasformato in una forma di censura inaccettabile. In una dichiarazione ufficiale, ha affermato che la moderazione dei contenuti era diventata troppo severa, portando a una situazione in cui “troppi contenuti innocui vengono censurati”. Questo cambio di rotta riflette una crescente preoccupazione per la libertà di espressione, che Meta sembra ora voler difendere a tutti i costi.
Con l’abbandono del fact checking tradizionale, Zuckerberg ha trovato un modo per liberarsi della responsabilità associata alla diffusione di informazioni errate. Senza un sistema di controllo esterno, Meta può ora affermare che la responsabilità ricade sugli utenti, i quali sono liberi di condividere contenuti senza restrizioni. Questa strategia, però, solleva interrogativi sulla qualità delle informazioni che circoleranno sulle piattaforme di Meta e sulle potenziali conseguenze per la società.
Meta ha annunciato che il programma di fact checking verrà sostituito da un nuovo sistema di moderazione basato sulle note della comunità, un approccio già sperimentato su X (l’ex Twitter) sotto la direzione di Elon Musk. Questo nuovo modello prevede che gli utenti possano contribuire alla valutazione dei contenuti, segnalando post che potrebbero essere fuorvianti. L’idea è quella di dare voce alla comunità, permettendo a un gruppo più ampio di utenti di determinare quali informazioni necessitano di ulteriori chiarimenti o contesto.
Questo cambiamento potrebbe avere impatti significativi sulla qualità delle informazioni disponibili sulle piattaforme di Meta. Se da un lato potrebbe ridurre la censura e permettere una maggiore libertà di espressione, dall’altro lato esiste il rischio che contenuti fuorvianti possano proliferare, alimentando disinformazione e polarizzazione. Una questione cruciale riguarda come queste modifiche si rifletteranno in Italia e in Europa. In Europa, il Digital Services Act (DSA) stabilisce normative rigide per la gestione dei contenuti online, imponendo ai grandi social network di implementare sistemi di moderazione in grado di contrastare l’hate speech, la disinformazione e altri contenuti pericolosi.
Questo significa che, in Italia, Meta potrebbe non avere la libertà di applicare il nuovo sistema di moderazione senza prima conformarsi ai requisiti legali stabiliti dall’Unione Europea. La situazione attuale di Meta con le istituzioni europee non è delle migliori. La Commissione Europea ha già aperto un procedimento contro X per non aver implementato misure sufficienti per garantire la sicurezza degli utenti e la verità delle informazioni. È quindi improbabile che Meta decida di aprire un nuovo fronte di conflitto con le autorità europee, rendendo plausibile che il sistema di moderazione rimanga sostanzialmente invariato in Italia e nel resto d’Europa, almeno in una fase iniziale.
Nei prossimi mesi, gli utenti italiani e europei potrebbero notare una continuità nel modo in cui i contenuti vengono moderati. La transizione verso il nuovo sistema di note della comunità potrebbe richiedere tempo e, nel frattempo, Meta dovrà garantire che le sue piattaforme non violino le normative europee. Questo scenario potrebbe portare a una biforcazione dei servizi offerti in diverse regioni, con gli utenti americani che beneficiano di una maggiore libertà di espressione, mentre quelli europei continuano a operare sotto restrizioni più severe.