Emmanuele Panero, analista responsabile del Desk Difesa & Sicurezza del Ce.S.I. (Centro Studi Internazionali): “Ecco la verità sull’attacco al Cremlino”
Cosa sta succedendo in Russia? Il presunto attacco al Cremlino era veritiero o si è trattato di una messa in scena? E che scenari potrebbero verificarsi nei prossimi giorni? Mosca ha accusato l’Ucraina di aver tentato di uccidere il presidente russo Vladimir Putin ed ha annunciato ripercussioni. Ma sono in molti a nutrire dubbi sulla veridicità del presunto attacco da parte di Kiev. “Ci sono numerose anomalie, situazioni strane che fanno riflettere”, ha annunciato in esclusiva ai nostri microfoni Emmanuele Panero, Analista responsabile del Desk Difesa & Sicurezza del Ce.S.I. (Centro Studi Internazionale).
Dottor Panero, quali sono i dubbi emersi sul presunto attacco subito da Mosca?
“Basiamoci sui fatti: partiamo con il dire che le immagini che sono state diffuse, non sembrano arrivare da una telecamera di sorveglianza, ma da una telecamera posta lì per altri motivi. Si vedono due droni commerciali, droni civili, equipaggiati con esplosivi: una cosa già vista in Siria e che in Ucraina ha grande diffusione. Questi droni arrivano sulla cupola del Cremlino e vengono abbattuti da una contraerea”.
Cosa c’è che non quadra?
“Innanzitutto l’ora: tutto avviene tra le 2.23 e le 2.43, ora di Mosca: di notte, in un orario in cui generalmente non c’è nessuno in ufficio e in un edifico che il presidente Putin non ama troppo. E dove difficilmente passa le sue giornate. Questo ci fa pensare ad una cosa”.
Quale?
“Chiunque volesse effettuare questa azione l’ha fatto non con l’obiettivo di uccidere Vladimir Putin o una figura di primo piano. Ma per realizzare un atto dimostrativo della vulnerabilità di Mosca alle azioni esterne. Anche il palazzo del potere non è sicuro”.
Si tratta di una reale offensiva fatta per dare un segnale al Mondo o, come qualcuno ipotizza, di una messa in scena?
“Qualcuno lo ha fatto sicuramente volare. Che siano stati elementi ucraini infiltrati dietro le linee russe, piuttosto che elementi dissidenti all’interno di Mosca, che volevano dare un segnale dimostrativo di incapacità di proteggere la capitale, è difficile dirlo. Ogni ipotesi può essere veritiera.
Che caratteristiche avevano i droni?
“Semplici quadrielica di moderate dimensioni: civili ed equipaggiati alla base con dell’esplosivo. L’esplosione si è verificata perchè sono stati neutralizzati dai dispositivi contraerei di Mosca presenti nelle aree verdi del Cremlino. Li hanno intercettati e abbattuti”.
C’è mai stata una situazione simile vissuta a Mosca?
“Solo il famigerato episodio del 1987 in cui un pilota atterrò con il suo aereo dentro il Cremlino. Ma stavolta parliamo di una situazione completamente diversa: ripeto, si tratta semplicemente di un atto dimostratorio. Se per un attimo perdiamo di vista la domanda che tutti si pongono, ovvero chi è stato, e ci concentriamo solo su cosa poteva ottenere, la risposta è semplice: solo danneggiare il palazzo”.
In conclusione, quale poteva essere l’obiettivo di quei droni?
“Se volessimo seguire la teoria, secondo la quale l’obiettivo era l’eliminazione di una figura chiave dell’apparato politico russo, non si sono certamente utilizzati i mezzi idonei. Quando poi si vuole fare un’azione di decapitazione di una struttura o di un soggetto, lo si fa quando questo è in movimento e quando si è sicuro che è in quel luogo”.