
John Malkovich diventa Moretti, la popstar inquietante di Opus
Il film “Opus. Venera una stella”, diretto da un regista di talento e distribuito da I Wonder Pictures a partire dal 27 marzo, si prepara a debuttare al Bif&st, il Bari International Film Festival, sotto l’egida di A24. Questo thriller-horror si distingue per la sua trama avvincente e, soprattutto, per l’interpretazione straordinaria di John Malkovich nel ruolo di Alfred Moretti, un re del pop che incarna le complessità e le inquietudini del mondo della musica.
Moretti è una leggenda musicale, un’icona la cui musica ha raggiunto un pubblico globale. La sua vita personale è altrettanto affascinante, suscitando l’interesse e la curiosità dei fan in tutto il mondo. Il personaggio di Malkovich evoca celebrità del panorama musicale contemporaneo, come David Bowie o Prince, che hanno incantato il pubblico con il loro talento e il loro mistero. Tuttavia, a differenza di questi artisti, Moretti ha scelto di ritirarsi dalle scene, un’eclissi che dura da oltre venti anni. Questo silenzio ha alimentato le voci e le speculazioni attorno alla sua figura, simile a quanto accaduto con Mina, la celebre cantante italiana che ha scelto di allontanarsi dal palcoscenico.
La trama avvincente di Opus
La trama del film si infittisce quando Moretti annuncia il suo ritorno nel mondo della musica con un nuovo album. Per promuovere questo atteso progetto, decide di invitare un gruppo selezionato di giornalisti, critici musicali e influencer in un ranch isolato, un luogo che si presenta come un paradiso per gli amanti della musica, ma che nasconde un’oscurità inquietante. La scelta di un ambiente isolato è simbolica, richiamando le atmosfere claustrofobiche tipiche del genere horror, dove il confinamento fisico diventa una metafora delle prigioni mentali.
I personaggi e le dinamiche di tensione
Ayo Edebiri, nota per il suo ruolo in “The Bear”, interpreta Ariel, un’ambiziosa redattrice che vede in questa opportunità la chance della sua vita. La sua presenza nel gruppo di giornalisti è cruciale, poiché rappresenta la voce della nuova generazione, quella che si oppone agli schemi tradizionali e cerca di scoprire la verità dietro le apparenze. La sua intuizione la porterà a capire che non tutto è come sembra in quella comunità apparentemente gioiosa.
Man mano che il film si sviluppa, Ariel inizia a notare comportamenti strani tra i partecipanti. Ciò che doveva essere una settimana di celebrazione e promozione si trasforma in un incubo, quando emergono segni di una setta che non esita a compiere atti estremi per proteggere i suoi segreti. Questo elemento di tensione si intreccia con la storia di Moretti, creando un’atmosfera di continua inquietudine, simile a quella di film come “Get Out” o “Hereditary”, dove la normalità viene stravolta da forze oscure.
Una colonna sonora che arricchisce l’esperienza
La colonna sonora, curata da Nile Rodgers e The-Dream, aggiunge un ulteriore strato di complessità al film. La musica gioca un ruolo fondamentale nei thriller, non solo per accompagnare le immagini, ma per intensificare le emozioni e le paure dei personaggi. In “Opus”, le melodie di Rodgers e The-Dream si intrecciano con le scene, creando un’atmosfera che oscilla tra euforia e angoscia. I due artisti, noti per la loro capacità di mescolare generi e stili, riescono a riflettere il dualismo di Moretti, un’artista di successo che nasconde un lato oscuro.
Il film non si limita a esplorare la vita di una popstar, ma affronta anche tematiche più profonde, come il culto della celebrità e le dinamiche di potere che si instaurano tra artisti e fan. In un’epoca in cui i social media amplificano ogni aspetto della vita delle celebrità, “Opus” offre uno spaccato di come la fama possa diventare una trappola. Il personaggio di Malkovich rappresenta l’archetipo dell’artista consumato dal successo, che ha perso il contatto con la realtà e con le persone che lo circondano.
La regia di questo film è caratterizzata da scelte stilistiche audaci, con una fotografia che gioca con luci e ombre per accentuare il contrasto tra la bellezza apparente del ranch e l’oscurità sottostante. Ogni inquadratura è pensata per trasmettere un senso di inquietudine, tenendo lo spettatore incollato alla poltrona. L’uso di angolazioni insolite e di piani ravvicinati sui volti dei personaggi amplifica la tensione, invitando il pubblico a scoprire cosa si cela dietro le maschere.
In conclusione, “Opus. Venera una stella” si preannuncia come un’opera audace e provocatoria, capace di catturare l’attenzione non solo degli amanti del genere horror, ma anche di chi è affascinato dalla complessità della natura umana e dalla psicologia dei personaggi. Con Malkovich nel ruolo di Moretti, il film promette di essere un’esperienza coinvolgente e inquietante, che invita a riflettere sui costi della fama e sulle ombre che si nascondono dietro il successo.