
Tragedia a Trapani: Erina Licari morta dopo l'attacco del suo cane, autopsia in arrivo
Una tragedia ha scosso la comunità di Petrosino, in provincia di Trapani, dove Erina Licari, una donna di 62 anni, è stata sbranata e uccisa dal suo cane. L’orribile incidente è avvenuto nella serata di venerdì 21 marzo, quando la vittima è uscita nel giardino della sua abitazione per portare del cibo al suo meticcio di grossa taglia. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, la donna è stata improvvisamente aggredita dal suo animale domestico, che si trovava legato e accanto a lei.
La scoperta della tragedia
A scoprire la tragica scena è stato il marito di Erina, che, tornando a casa dopo una breve assenza, ha trovato la moglie a terra, gravemente ferita. La donna presentava profonde ferite alla testa e alla parte superiore del corpo, evidenti segni di attacco. Il cane, visibilmente scosso e con il muso sporco di sangue, era legato e non sembrava in grado di allontanarsi dalla vittima. Nonostante l’immediato intervento dei soccorsi, con gli operatori del 118 che hanno tentato disperatamente di rianimarla, per Erina non c’è stato nulla da fare; è deceduta durante il trasporto d’urgenza in ospedale.
Indagini in corso
L’ufficio del pubblico ministero di Marsala ha già avviato un’inchiesta per chiarire l’accaduto e ha disposto la necroscopia per determinare le cause del decesso. Le autorità stanno eseguendo analisi per verificare la presenza di tracce di sangue sul muso del cane, al fine di confermare se siano effettivamente riconducibili alla vittima. È importante sottolineare che, al momento, non risultano coinvolti altri animali nell’incidente.
Il nipote di Erina, testimone della scena, ha rivelato che il marito della donna era andato a fare la spesa al momento dell’incidente e che il figlio era in casa, ma non si era accorto di quanto stava accadendo. «Mio cugino probabilmente non ha sentito nulla a causa del volume del televisore», ha spiegato il nipote. La sua testimonianza ha sollevato dubbi sulla veridicità delle informazioni iniziali; infatti, egli sostiene che l’animale che ha aggredito Erina non fosse il loro cane di famiglia.
Preoccupazioni per la sicurezza della comunità
Il nipote ha proseguito la sua riflessione, esprimendo preoccupazione per la sicurezza della comunità:
- «In passato ci sono state altre aggressioni, ma niente di così serio.
- Forse, mia zia si è trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato».
Queste parole risuonano con una certa inquietudine, suggerendo che l’incidente di Erina Licari non è un caso isolato, ma parte di un problema più ampio legato alla presenza di cani randagi o vaganti nella zona.
La comunità di Petrosino è in stato di shock. Gli eventi hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla gestione degli animali domestici. Molti abitanti hanno espresso la loro solidarietà alla famiglia di Erina, sottolineando l’importanza di un monitoraggio più attento degli animali nella zona e una maggiore responsabilità da parte dei proprietari. L’amore per gli animali, che spesso porta le persone a tenerli come membri della famiglia, deve essere accompagnato da una consapevolezza della potenzialità di pericolo.
Già nei giorni successivi all’incidente, diverse associazioni animaliste hanno avviato una campagna di sensibilizzazione, sottolineando la necessità di educare i proprietari di animali su come gestire situazioni di rischio e su come prevenire aggressioni. Queste iniziative mirano a promuovere la sicurezza sia per gli animali che per le persone, affinché eventi così tragici non si ripetano.
Inoltre, il caso sta attirando l’attenzione dei media locali e nazionali, accendendo un dibattito sulla responsabilità dei proprietari di animali domestici e sull’importanza della custodia degli animali, in particolare quelli di taglia grande. Le autorità locali stanno valutando possibili misure e politiche per garantire la sicurezza dei cittadini, come l’implementazione di regole più severe riguardo alla detenzione e alla gestione degli animali domestici.
Il destino del cane coinvolto nell’incidente rimane incerto; attualmente è stato posto sotto sequestro dalle autorità competenti, mentre viene esaminato per determinare le circostanze reattive all’aggressione. Gli esiti delle indagini e dell’autopsia saranno cruciali per chiarire la verità dietro questa tragica vicenda e per stabilire eventuali responsabilità.