
Pazzali si difende: «Nessun accesso su La Russa, mai richiesti report su Renzi, Santanché e Salvini»
Enrico Pazzali, presidente autosospesosi di Fondazione Fiera Milano e titolare di Equalize, ha recentemente presentato una memoria difensiva al Tribunale del Riesame di Milano. Questo documento chiarisce alcune affermazioni riguardanti la sua posizione all’interno dell’inchiesta su presunti accessi illeciti a dati riservati. Secondo quanto riportato, Pazzali non ha mai richiesto accessi alla banca dati delle forze dell’ordine riguardanti Ignazio La Russa e i suoi familiari. La memoria, lunga 131 pagine, è stata depositata per rispondere alla richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Procura.
La difesa di Pazzali
Nella sua difesa, Pazzali sottolinea di non essere mai stato a conoscenza delle operazioni condotte da Carmine Gallo e Nunzio Samuele Calamucci, i quali avrebbero agito senza il suo consenso. L’avvocato Federico Cecconi evidenzia che le dichiarazioni di Gallo agli inquirenti sono in netto contrasto con quanto emerso da intercettazioni ambientali. Queste ultime dimostrerebbero come Gallo e Calamucci avessero tenuto Pazzali completamente all’oscuro degli accessi al Sistema d’Informazione (Sdi). In particolare, il legale osserva che Pazzali richiedeva report generali, privi di rilievo penalistico, che venivano fraintesi dai due soggetti come un’ingerenza indebita.
Tra i punti salienti della difesa ci sono:
- Assenza di accesso diretto: Pazzali non avrebbe avuto accesso ai dati riservati.
- Isolamento operativo: Le sue richieste di aggiornamenti venivano percepite come fastidiose da Gallo e Calamucci.
- Operatività fraudolenta: Gallo e Calamucci operavano in modo autonomo e illegittimo.
L’assenza di prove concrete
L’argomento centrale della difesa di Pazzali si basa sull’assenza di prove concrete a supporto delle accuse. Il legale insiste sull’“assenza di qualsivoglia riscontro estrinseco” che confermi le affermazioni di Gallo e Calamucci. La memoria difensiva mira quindi a smontare il castello accusatorio costruito sui loro racconti, considerati inattendibili e contraddittori.
Gallo, ex poliziotto di alto livello, è venuto a mancare il 9 marzo 2023, e la sua testimonianza ha avuto un peso significativo nell’inchiesta. Tuttavia, la difesa di Pazzali sostiene che, anche senza la sua presenza, le sue dichiarazioni non possono essere considerate una prova fondata. Secondo Cecconi, gli accessi al Sdi non avrebbero dovuto coinvolgere Pazzali in alcun modo.
Implicazioni sul tema della privacy
Questa situazione solleva interrogativi riguardo alla prassi di accesso ai dati sensibili da parte di privati e alle responsabilità di chi gestisce tali informazioni. Il dibattito su privacy e sicurezza nel contesto di accessi non autorizzati è più attuale che mai. A fronte di questo caso specifico, si pone una questione più ampia: come garantire che le informazioni sensibili rimangano protette e che non vengano utilizzate per scopi illeciti?
La memoria difensiva di Pazzali non si limita a contestare le accuse, ma si propone anche di chiarire il contesto lavorativo di Equalize, un’azienda che si occupa di consulenze e servizi informatici. La difesa evidenzia come la struttura interna dell’agenzia fosse ben definita e che Pazzali avesse un ruolo di supervisione e non di operatività diretta nelle dinamiche quotidiane.
La figura di Pazzali emerge come quella di un leader che, pur avendo la responsabilità della direzione aziendale, non avrebbe avuto accesso o controllo sui processi operativi condotti da Gallo e Calamucci. La difesa intende dimostrare che il suo coinvolgimento nelle attività di Equalize era limitato e che non vi era alcuna intenzione da parte sua di infrangere la legge.
La questione ha suscitato interesse non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche nell’opinione pubblica, che si interroga sulla trasparenza delle istituzioni e sulle modalità di accesso ai dati sensibili da parte di privati. In un’epoca in cui la privacy è un tema centrale nel dibattito sociale e politico, la vicenda di Pazzali e Equalize rappresenta un caso emblematico che potrebbe avere ripercussioni significative sulle normative riguardanti la protezione dei dati e l’utilizzo delle informazioni da parte di aziende private.
Senza dubbio, sarà interessante osservare come il Riesame di Milano si pronuncerà in merito a questa complessa vicenda e quali ulteriori sviluppi potrebbero emergere in futuro.