La vita può essere paragonata a un valzer che sale lentamente, evocando emozioni ed energie che sembrano svanite nel tempo. Questa è la sensazione che pervade “Lento”, il cortometraggio diretto dal giovane regista Edoardo Sandulli, nel quale Marina Suma torna a recitare in un ruolo da protagonista. L’attrice napoletana, nota al grande pubblico per il suo indimenticabile personaggio in “Sapore di Mare” di Carlo Vanzina nel 1983, interpreta Assunta, una donna le cui esperienze sono segnate da un dramma profondo e duraturo.
Assunta è una figura complessa: ha vissuto il devastante terremoto che ha colpito l’Irpinia negli anni ’80, un evento che le ha portato via il marito. Questo trauma ha trasformato la sua vita in un’esistenza di isolamento. “Può sembrare burbera, scontrosa, ma non lo è”, spiega Marina, mentre analizza il suo personaggio. “Assunta porta con sé un dolore che non è riuscita a superare nel tempo. Vive chiusa in casa, come se il mondo non appartenesse più a lei”. La vita di Assunta è segnata da un’assenza: quella del marito, ex-compagno di ballo, che le ha rubato la gioia di vivere e la passione per il valzer lento, una disciplina che era stata parte fondamentale della sua esistenza.
Il film non è solo un racconto di sofferenza, ma rappresenta anche un percorso di riscoperta. Dopo 44 anni di isolamento, la vita di Assunta subisce una svolta inaspettata grazie a una semplice conversazione con un vicino di casa, molto più giovane di lei. Questo incontro casuale diventa il catalizzatore di una trasformazione straordinaria. “Mi sono immedesimata in questo personaggio provando tante emozioni”, continua Marina. “Dolore, tristezza, rassegnazione… La solitudine porta a questo, anche ad ammalarsi. Ho compreso che solo se hai una forte determinazione riesci a salvarti da solo. Ma noi esseri umani siamo fatti per stare insieme, a donare amore, e solo così possiamo salvarci. Con l’amore e, magari, con un sorriso”.
Il cortometraggio “Lento” è stato realizzato con il supporto della Film Commission Regione Campania e girato nel comune di Candida, in provincia di Avellino, un’area profondamente segnata dal terremoto del 1980. Le riprese hanno coinvolto la comunità locale, creando un’atmosfera di appartenenza e condivisione che ha arricchito il progetto. Sandulli, parlando della scelta di girare in questo contesto, sottolinea l’importanza di dare voce a storie che parlano di resilienza e speranza. L’interazione con gli abitanti del luogo ha portato a una connessione autentica, in grado di dare al cortometraggio una profondità e una verità che solo chi ha vissuto quelle esperienze può comprendere.
Marina Suma, che ha iniziato la sua carriera giovanissima nel mondo del cinema e della televisione, ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel panorama artistico italiano. La sua versatilità le ha permesso di affrontare ruoli diversi, ma in “Lento” si confronta con una dimensione particolarmente toccante e drammatica. La sua interpretazione di Assunta non è solo una performance, ma un viaggio emotivo attraverso il dolore e la ricerca di un nuovo inizio.
L’attrice racconta che per prepararsi a questo ruolo ha dovuto immergersi completamente nella psicologia del personaggio. Ha studiato la solitudine e le sue conseguenze, cercando di rappresentare la complessità di una donna che, nonostante le avversità, trova la forza di rialzarsi. “È stato un lavoro intenso, ma anche liberatorio”, afferma. “Ho scoperto che il dolore può trasformarsi in qualcosa di diverso, che la vita, pur con tutte le sue difficoltà, ha ancora tanto da offrire”.
Il cortometraggio, pur nella sua brevità, affronta temi universali come la perdita, la solitudine e la rinascita, rendendolo una storia di grande attualità. Nell’epoca in cui molte persone si trovano ad affrontare l’isolamento e l’assenza di legami significativi, la figura di Assunta diventa un simbolo di resilienza e speranza. La sua storia invita a riflettere sull’importanza delle relazioni umane e sulla necessità di aprirsi agli altri, anche quando sembra impossibile.
In un mondo che spesso sembra correre troppo velocemente, “Lento” ci ricorda che è fondamentale prendersi il tempo di ascoltare le proprie emozioni e quelle degli altri. Il cortometraggio di Sandulli non è solo un’opera cinematografica; è un invito a ballare di nuovo, a ritrovare il ritmo della vita, anche quando il dolore sembra prevalere. Con la sua interpretazione, Marina Suma offre una lezione preziosa: la vita può essere un valzer complicato, ma con la giusta compagnia, ogni passo può diventare più leggero.
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