
Equalize: rivelazioni scottanti sui legami tra Gallo e De Donno
L’inchiesta su Equalize, un’agenzia di investigazione coinvolta in presunti abusi e accessi abusivi a sistemi informatici, continua a rivelare dettagli inquietanti. Secondo un’informativa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, agli atti dell’inchiesta emergono «acclarati e accertati contatti ricorrenti» tra Enrico Pazzali, titolare di Equalize e presidente autosospesosi della Fondazione Fiera Milano, e Carlo De Donno, vicedirettore dell’Agenzia per le informazioni e la sicurezza interna (Aisi). Gli inquirenti hanno documentato che Pazzali sarebbe stato informato del suo possibile coinvolgimento nelle indagini solo dopo un incontro a Roma con De Donno.
Le dichiarazioni provengono da Carmine Gallo, un ex superpoliziotto, le cui parole sono state riportate in un verbale di interrogatorio datato 11 dicembre scorso. Gallo, deceduto il 9 marzo a causa di un malore, è stato una figura centrale nell’inchiesta sulle presunte cyber-spie. Durante l’interrogatorio, Gallo ha affermato: «Non mi dice a Roma da chi va, però… C’è un motivo perché non me lo dice, perché io so che lui è molto amico, ma amico amico amico del capo dell’Aise di Roma Carlo De Donno». Questo legame stretto solleva interrogativi sulla natura dei rapporti tra Pazzali e le istituzioni.
le rivelazioni di Gallo
Il verbale mette in luce anche come Pazzali cercasse informazioni sulle indagini, sfruttando le sue «conoscenze» al Palazzo di Giustizia di Milano e presso la Guardia di Finanza. Non solo: il documento riporta che Pazzali avrebbe chiesto a Gallo di effettuare accessi abusivi a informazioni relative a esponenti politici, in particolare a «La Russa» e al «figlio di La Russa». Gallo ha testimoniato di essersi rifiutato di compiere tali accessi, sollevando interrogativi su un possibile legame con la vicenda di Leonardo Apache, coinvolto in presunti abusi.
la posizione di Gallo e le sue implicazioni
La gravità della situazione è accentuata dalla posizione di Gallo, che nell’ottobre scorso era stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale di Milano, accusato di associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a sistema informatico. Durante gli interrogatori, Gallo si era descritto come un “servitore dello Stato”, cercando di chiarire il suo operato e la sua posizione di fronte alla legge. La sua testimonianza ha fornito un quadro dettagliato del sistema di accesso alle banche dati riservate e di come, secondo lui, Pazzali gestisse le informazioni ottenute.
Il 9 marzo, la morte di Gallo ha lasciato un vuoto significativo non solo tra colleghi e amici, ma anche nel contesto dell’inchiesta. I suoi funerali si sono svolti in un’atmosfera carica di emozione. La figlia Federica, presente per rendere omaggio al padre, ha parlato della vita del poliziotto, colpita da “complottismi” e da un “gioco infame” dal quale non ha potuto difendersi. Con orgoglio, ha affermato: «La testa non l’abbiamo avuta mai più alta di così», indossando la divisa del padre e ricordando il suo percorso di riscatto, da ragazzo senza nulla a una figura di spicco nel mondo della sicurezza.
interrogativi sulla trasparenza e legalità
Le parole di Gallo sul legame tra Pazzali e le istituzioni sono particolarmente significative. Ha affermato che Pazzali lo teneva «aggiornato su tutto», suggerendo che il suo «socio occulto era lo Stato». Questa affermazione ha suscitato molte domande, specialmente in un contesto in cui la trasparenza e la legalità sono cruciali per il funzionamento delle istituzioni. Gallo ha spiegato che quando Pazzali diceva, «il socio occulto ha preso già i soldi», implicava che esisteva un sistema di corruzione e collusione profondo.
Inoltre, le indagini hanno messo in evidenza le «fughe di notizie in favore di Pazzali», così come i suoi legami con ambienti istituzionali in grado di proteggerlo. Questo ha portato i pubblici ministeri a considerare la sua «pericolosità» e a richiedere nuovamente arresti domiciliari per lui, evidenziando l’urgenza di far luce su questo intricato sistema di relazioni.
La questione di Equalize e dei legami di Pazzali con le istituzioni solleva interrogativi più ampi su come i servizi di sicurezza e le agenzie investigative operano in Italia. L’ipotesi di collusioni tra privati e pubblici, insieme alla possibilità di accessi abusivi a informazioni sensibili, mette in luce un tema di grande attualità e importanza. Con la morte di Gallo, il caso ha assunto una dimensione ancora più drammatica, lasciando molte domande senza risposta e una necessità urgente di trasparenza e giustizia nel sistema.