Gabriele Mainetti, regista italiano di fama, ha sempre nutrito una profonda passione per le arti marziali. In un’intervista con ANSA, ha descritto il kung fu come un’arte che va oltre il semplice combattimento, avvicinandosi quasi al balletto. Questa visione poetica si riflette nel suo ultimo film, “La Città Proibita”, che uscirà nelle sale il 13 marzo 2024, distribuito da Piperfilm.
Mainetti ricorda con affetto i film di Bruce Lee che lo affascinavano da bambino. Questi film non colpivano solo per le spettacolari coreografie di combattimento, ma anche per la loro capacità di trasmettere emozioni e raccontare storie. “Ho sempre cercato di replicarli a scuola”, racconta, evidenziando quanto queste pellicole abbiano influenzato la sua formazione artistica. La passione per il kung fu rappresenta per Mainetti non solo un elemento di intrattenimento, ma un vero e proprio modo di vedere il mondo e l’arte cinematografica.
Il nuovo film di Mainetti trae ispirazione da un classico del 1972, “L’urlo di Chen”, che ha portato l’arte marziale in un contesto romano, culminando in una memorabile sfida tra Bruce Lee e Chuck Norris all’interno del Colosseo. Bruce Lee rappresenta per Mainetti un simbolo di determinazione e passione, valori che il regista ha voluto trasmettere attraverso il suo lavoro.
“La Città Proibita” si presenta come un viaggio attraverso il sogno, intrecciando culture diverse, quella asiatica e quella occidentale. Mainetti ha scelto Piazza Vittorio, un luogo emblematico di Roma, come sfondo per la sua storia, evidenziando la sua natura multietnica e interculturale. Qui, tra ristoranti cinesi e mercati, si sviluppa una storia d’amore tra Mei, una misteriosa ragazza cinese in cerca della sorella scomparsa, e Marcello, un cuoco romano. Questa relazione non è solo romantica, ma funge anche da ponte tra le diverse culture.
La protagonista femminile, interpretata da Yaxi Liu, rompe gli schemi tradizionali delle arti marziali. Mainetti spiega che se avesse scelto un protagonista maschile, la storia sarebbe risultata meno interessante. Il regista ha voluto esplorare una narrazione in cui il cibo e le tradizioni culinarie fungono da trait d’union tra le due culture. In questo contesto, riconosce l’influenza di Quentin Tarantino, in particolare del suo film “Kill Bill”, come fonte di ispirazione per creare una commedia all’italiana contaminata dal kung fu.
La realizzazione di “La Città Proibita” è stata un processo lungo e complesso. Mainetti ha iniziato a sviluppare il progetto nel settembre 2022, collaborando con gli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino. La pre-produzione è iniziata nel settembre 2023, e il regista promette che i prossimi progetti saranno realizzati con una tempistica più rapida. Questo film è prodotto da Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa, in collaborazione con Wildside (gruppo Fremantle), Piperfilm e Goon Films.
La trama si concentra sul conflitto interiore dei protagonisti, Mei e Marcello, costretti a confrontarsi con antichi pregiudizi culturali e avversità. La loro storia si sviluppa tra i portici di Piazza Vittorio e l’Esquilino, un quartiere che riflette la convivenza di diverse culture a Roma. Mainetti descrive la lotta tra i due come una battaglia in cui la vendetta si intreccia con l’amore, creando tensione e profondità emotiva.
Yaxi Liu, l’attrice protagonista, ha una storia personale che si intreccia con quella del suo personaggio. Praticante di arti marziali sin dall’età di cinque anni e stuntwoman in importanti produzioni come “Mulan”, ha portato un’autenticità unica al suo ruolo. Tuttavia, è stata la sua interpretazione drammatica durante il provino che ha colpito Mainetti, dimostrando una connessione profonda con il personaggio di Mei. Lei è una terzogenita e ha dovuto affrontare le difficoltà legate alla politica del figlio unico in Cina, un tema che si riflette nel suo personaggio, che vive l’ombra della sorella scomparsa.
“La Città Proibita” promette di essere un’opera innovativa e coinvolgente, capace di mescolare azione, emozione e riflessione su temi culturali e sociali. Con un mix di arti marziali, commedia e una storia d’amore, Gabriele Mainetti si appresta a conquistare il pubblico con un racconto che parla di identità, appartenenza e della bellezza dell’incontro tra diverse culture.
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