L’omicidio di Liliana Resinovich, avvenuto nel gennaio 2022, continua a suscitare scalpore e interrogativi. Le recenti dichiarazioni di Sebastiano Visintin, marito della vittima, hanno riacceso l’interesse su questa tragica vicenda. In un’intervista al Corriere della Sera, Visintin ha ribadito la sua estraneità ai fatti, respingendo le accuse di omicidio mosse dal fratello di Liliana, Sergio, il quale sostiene che solo Sebastiano avrebbe avuto interesse a far sparire e poi ritrovare il cadavere della moglie, soprattutto per questioni legate all’eredità e alla pensione.
Visintin ha chiarito alcuni punti fondamentali riguardo alla sua posizione. Ha affermato di non avere idea di chi possa aver ucciso sua moglie, ma ha sollevato dubbi su Claudio Sterpin, un amico di Liliana, accusandolo di avere qualcosa da nascondere. Secondo Visintin, Sterpin si trovava a soli cento metri dal luogo del ritrovamento del corpo qualche giorno prima e, successivamente, si è recato in Questura per indicare proprio quel posto. Questa coincidenza ha alimentato ulteriormente le speculazioni attorno alla vicenda.
La narrazione di Visintin è caratterizzata da una forte volontà di difendersi dalle insinuazioni che lo pongono al centro dell’inchiesta. Ha smentito le voci secondo cui sua moglie avrebbe programmato un weekend con Sterpin per affrontarlo riguardo alla loro relazione. Ha dichiarato: «È tutto falso… io non ho mai saputo che loro si frequentassero, pensavo che Lilly andasse solo a stirargli le camicie». Inoltre, ha evidenziato le incongruenze nella ricostruzione fornita dalla famiglia della moglie, ponendo interrogativi su una presunta messinscena.
Le indagini hanno portato a nuove scoperte che potrebbero cambiare il corso della vicenda. Secondo quanto emerso, Liliana sarebbe stata uccisa il giorno stesso della sua scomparsa, il 14 dicembre 2021, e il suo corpo sarebbe rimasto nel luogo in cui è stato ritrovato, all’interno del parco di San Giovanni, per un periodo di circa venti giorni. Le analisi effettuate non hanno riscontrato segni di congelamento sul cadavere, indicando un possibile decesso per asfissia meccanica esterna, associata alle lesioni riscontrate sul corpo.
Il medico legale Raffaele Barisani, consulente di Visintin, ha espresso sorpresa per i dettagli emersi, in particolare per il fatto che il corpo di Liliana sia rimasto nel boschetto e per l’ipotesi di omicidio come causa della morte. Barisani ha sottolineato che la situazione attuale potrebbe suggerire più un suicidio che un omicidio, sebbene sia fondamentale continuare a indagare per chiarire la verità. Ha aggiunto: «Anch’io sono alla ricerca della verità e quindi penso sia una cosa importante».
Un altro aspetto intrigante della vicenda riguarda i presunti “codici segreti” di cui parlava Liliana. Sebastiano ha rivelato che il fratello di Lilly gli ha confidato che la moglie avrebbe nascosto dei codici dietro un quadro in casa, ma che questi codici non sono più rintracciabili. Ci si domanda quali potessero essere questi codici:
La mancanza di queste informazioni ha portato a interrogativi sul reale significato di ciò che Liliana voleva mantenere segreto.
Visintin ha espresso preoccupazione per il fatto che l’attenzione si stia concentrando su di lui, auspicando che le indagini possano chiarire la situazione. Non ha escluso l’ipotesi di un suicidio, affermando che non è del tutto da escludere. La sua posizione sembra quella di un uomo in attesa di giustizia e verità, mentre il mistero che avvolge la morte di Liliana Resinovich continua a persistere.
Il caso ha attratto l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica, con numerose speculazioni e teorie che si susseguono. La complessità della vicenda ha fatto sì che diversi esperti e opinionisti si siano espressi in merito, contribuendo a un dibattito sempre più acceso. Sebastiano Visintin, con le sue dichiarazioni, si colloca al centro di questa trama intricatissima, mentre la ricerca della verità sulla morte di Liliana continua a tenere col fiato sospeso chi segue il caso.
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