
Sfratto ingiusto per mamma e figlio con autismo: la denuncia di una battaglia silenziosa
La storia di Adriana Parisi e di suo figlio Saverio, un giovane di 34 anni affetto da autismo, si è recentemente trasformata in un dramma umano che ha scosso profondamente la comunità di Talsano, un rione di Taranto. Dopo 28 anni di vita trascorsi in via Umberto I, la loro casa è stata sottratta a causa di un sfratto esecutivo avvenuto il 24 febbraio 2023, a causa di un debito di 32mila euro accumulato per il mancato pagamento del mutuo. Questa ingiustizia ha messo in evidenza non solo la vulnerabilità delle persone con disabilità, ma anche la difficoltà di un sistema che, in molte occasioni, sembra ignorare le esigenze di chi vive situazioni critiche.
La lotta di Adriana per la sua casa
Adriana ha lottato strenuamente per mantenere la sua abitazione, attraverso appelli rivolti a figure istituzionali come il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Nonostante gli sforzi, le raccolte fondi organizzate dal Comitato “Io sto con Saverio” e le offerte di acquisto e affitto presentate, la situazione non è migliorata. L’appartamento è stato venduto per 21mila euro a un terzo, mentre la madre si è trovata ad affrontare la dura realtà di dover lasciare il luogo che ha rappresentato non solo un tetto, ma anche un rifugio e un punto di riferimento per Saverio.
- Casa di affetto: «Questa è la casa dove è cresciuto Saverio, in mezzo a tanto affetto», ha dichiarato Adriana, esprimendo il suo dolore per quanto stava accadendo.
- Ambiente familiare: Un quartiere che per Saverio era un ambiente familiare, dove si sentiva accolto e rispettato nonostante le sue difficoltà.
- Stress emotivo: Il timore principale di Adriana è che il trasloco possa provocare un grave stress emotivo al figlio, già provato dalla sua condizione.
Le promesse non mantenute
Negli ultimi mesi, la lotta di Adriana e Saverio ha visto momenti di speranza. Lo scorso gennaio, avevano ottenuto un rinvio dello sfratto, sperando di trovare una soluzione che permettesse loro di rimanere nella loro casa. Tuttavia, le promesse fatte durante quel periodo si sono rivelate vane. «Mi hanno presa in giro», ha commentato con amarezza Adriana, che ha cercato di organizzare il trasloco in tempi brevi, ma senza successo. La pressione e la frustrazione si sono accumulate, soprattutto quando i servizi sociali, invece di offrire un sostegno concreto, si sono limitati a promettere un aiuto che non si è concretizzato.
Un sistema che ignora le famiglie vulnerabili
La situazione di Adriana e Saverio è solo un esempio di come la vita di molte famiglie con disabilità sia segnata da difficoltà economiche e sociali. Le spese mediche necessarie per garantire a Saverio le cure adeguate hanno ridotto in modo drastico le possibilità economiche della madre, che ha dovuto affrontare un sistema che non sempre sembra avere a cuore il benessere delle persone più vulnerabili.
- Inefficienza delle istituzioni: «Tutto ciò che ruota attorno a Saverio avrebbe dovuto muoversi in precedenza per evitare questo ulteriore disagio», ha affermato Adriana.
- Vendita dell’appartamento: La vendita dell’appartamento, avvenuta in un’asta pubblica, ha sollevato interrogativi sulle priorità del sistema: «Non vi fidate, anche se c’è un ragazzo disabile non importa a nessuno», ha ammonito Adriana.
La vicenda di Adriana e Saverio ha sollevato un dibattito più ampio sulla condizione delle persone con disabilità e sulle misure di sostegno disponibili. In un contesto in cui le famiglie si trovano ad affrontare enormi difficoltà economiche, è fondamentale che le istituzioni si attivino per garantire che situazioni come quella vissuta da Adriana non si ripetano. È necessario un intervento tempestivo e deciso, che possa supportare le famiglie in difficoltà e garantire il diritto a una vita dignitosa per tutti, indipendentemente dalle proprie condizioni personali.
La storia di Adriana e Saverio non è solo un caso isolato, ma rappresenta un appello a una maggiore sensibilità da parte della società. La lotta di questa madre per il suo diritto a un’abitazione sicura e per il benessere del suo bambino è un esempio di resilienza, ma mette in luce anche le fragilità di un sistema che deve migliorare l’assistenza e il supporto alle famiglie con disabilità. La speranza è che la loro voce possa ispirare un cambiamento e promuovere una maggiore attenzione verso le problematiche che affrontano quotidianamente le persone in difficoltà.