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Tragedia ad Acerra: il mistero della morte di Giulia e le rivelazioni dell'autopsia
La tragica vicenda della piccola Giulia, una bimba di soli 9 mesi, uccisa da un pitbull di famiglia, ha scosso profondamente la comunità di Acerra, un comune in provincia di Napoli. L’autopsia, effettuata dal medico legale Maurizio Saliva, ha rivelato dettagli inquietanti che confermano le cause della morte. Le ferite riscontrate sul corpo della bambina sono compatibili con i morsi di un cane, in particolare del pitbull di nome Tyson, che viveva con la famiglia.
L’autopsia, che ha richiesto ben cinque ore di esami e si è conclusa il 18 febbraio, ha evidenziato lesioni significative alla testa e al viso della piccola, oltre a contusioni al collo, che potrebbero suggerire un trascinamento da parte del cane. Il dottor Saliva ha descritto questa esperienza come una delle più difficili e dolorose della sua carriera: «Farlo su una bambina di 9 mesi non lo auguro a nessuno». Queste parole sottolineano la gravità e la tristezza della situazione.
L’assenza di tracce di DNA e le indagini
Un aspetto che ha suscitato preoccupazione è l’assenza di tracce di DNA della bambina sul cane, una questione che resta da chiarire. Secondo quanto riportato da Fanpage, le analisi preliminari avevano dato adito a questa indiscrezione, ma le conferme definitive non sono ancora arrivate. È importante notare che i veterinari, durante il primo controllo, non avevano trovato alcun materiale organico nella bocca del cane, ma questo potrebbe essere dovuto al fatto che il pitbull aveva bevuto prima dell’esame. Le feci del cane saranno analizzate per chiarire questa inquietante questione.
Oggi, 19 febbraio, è stato effettuato un sopralluogo nell’appartamento della famiglia, situato nel rione IceSnei di Acerra. Questo esame è cruciale per chiarire le circostanze esatte della tragedia. Si sta indagando su dove si trovasse la bambina al momento dell’attacco:
- Se fosse sul letto matrimoniale, come dichiarato dal padre.
- Se fosse caduta da sola.
- Se fosse stata trascinata dal cane.
- Se Giulia fosse tra le braccia del padre al momento dell’incidente.
Le indagini sul padre di Giulia
Il padre della piccola, Vincenzo Loffredo, è attualmente indagato per omicidio colposo, omessa custodia e vigilanza del pitbull. La sua versione dei fatti solleva diversi interrogativi. Loffredo è risultato positivo all’hashish, ma negativo a cocaina, oppiacei e alcol. Tuttavia, non è chiaro se avesse consumato droga nello stesso giorno in cui è avvenuta la tragedia, quando ha raccontato di essersi messo davanti alla televisione con la bambina, che si sarebbe addormentata intorno alle 22.
Un particolare inquietante riguarda il lasso di tempo tra le 22.30 e la mezzanotte: Loffredo ha dichiarato di non ricordare cosa fosse successo in quel periodo, asserendo di essersi addormentato. L’uomo, che lavora come barista, aveva iniziato il suo turno alle 4 del mattino e aveva lavorato fino alle 15. Dopo aver visto la partita del Napoli, si è addormentato con la piccola Giulia sul letto matrimoniale, mentre la moglie era già uscita per andare al lavoro in pizzeria.
Quando Vincenzo si è svegliato, ha trovato la bambina a terra in una pozza di sangue, un’immagine straziante che ha spinto subito l’uomo a portarla alla clinica Villa dei Fiori, dove purtroppo non c’era più nulla da fare. Le riprese delle telecamere di sorveglianza nella zona potrebbero fornire informazioni cruciali, escludendo la possibilità che Loffredo fosse uscito di casa lasciando la bambina sola con il cane in quel periodo critico.
Riflessioni sulla custodia degli animali domestici
La vicenda ha suscitato un’ondata di dolore e indignazione tra i residenti di Acerra e non solo. Molti si interrogano su come sia stato possibile che un cane, apparentemente addomesticato, potesse aggredire in maniera così violenta una bambina così piccola. La questione della custodia e della vigilanza degli animali domestici, in particolare quelli di razza potenzialmente pericolosa come il pitbull, è tornata al centro del dibattito pubblico.
In questo contesto, le autorità competenti sono chiamate a riflettere su come garantire una maggiore sicurezza, sia per gli animali che per i più vulnerabili. La morte di Giulia rappresenta non solo una perdita inestimabile per la sua famiglia, ma anche un monito per tutta la società riguardo ai rischi legati alla custodia degli animali domestici.
Rimane quindi da chiarire in che modo si svolgeranno le indagini e quali misure verranno adottate per prevenire simili tragedie in futuro. La comunità attende risposte, mentre il ricordo di Giulia resta vivo nei cuori di chi l’ha conosciuta e amata.