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Swinton: la mia scelta di rispetto per la protesta palestinese
La serata inaugurale del 75° Festival di Berlino ha visto la straordinaria partecipazione di Tilda Swinton, l’attrice e attivista scozzese, che ha colto l’occasione per esprimere il suo profondo disagio riguardo alle attuali crisi umanitarie nel mondo. Durante il suo intervento, Swinton ha affermato che “il disumano ha ormai invaso il nostro sguardo”, un’affermazione che riflette l’angoscia di fronte alle violenze e agli orrori quotidiani che colpiscono tantissime persone. Ha inoltre parlato di “omicidio di massa perpetrato dallo stato”, evidenziando come tali atrocità stiano terrorizzando più di una parte del nostro mondo.
La comunicazione come strumento di cambiamento
Nella mattinata successiva, durante un incontro stampa per celebrare il suo Orso d’oro onorario, i toni di Swinton si sono fatti più pacati. Insieme alla neo direttrice artistica del festival, Tricia Tuttle, l’attrice ha sottolineato l’importanza della comunicazione e della connessione tra le persone. Ha dichiarato: “Dobbiamo credere che si possa cambiare la mente e il cuore della gente che la pensa diversamente da noi”. Questo messaggio ha trovato particolare risonanza quando ha risposto a una giornalista russa preoccupata per la situazione della comunità LGBTQ+ in Russia, evidenziando l’importanza di unirsi e sostenere le comunità vulnerabili.
Scelte personali e rispetto per il BDS
Swinton ha anche parlato della sua scelta di partecipare al festival nonostante le pressioni della campagna BDS (Boycott, Divestment and Sanctions), un’iniziativa globale guidata da attivisti palestinesi che ha invitato artisti e intellettuali a boicottare eventi come la Berlinale a causa della presunta complicità del governo tedesco nei confronti della situazione a Gaza. Ha dichiarato: “Sono una grande ammiratrice e ho grande rispetto per il BDS”, ma ha anche sottolineato che la sua decisione di partecipare è stata dettata dalla convinzione che potesse essere più utile per tutte le nostre cause. “È stata insomma una mia scelta personale di cui mi assumo la piena responsabilità”, ha aggiunto, evidenziando la complessità e le sfide etiche che gli artisti si trovano ad affrontare nel contesto attuale.
Riflessioni sul potere del cinema
L’attrice sessantaquattrenne, che ha vinto un premio Oscar e ha un legame profondo con il Festival di Berlino – di cui è stata presidente di giuria nel 2009 – ha anche condiviso un ricordo personale riguardo al film che ha cambiato la sua vita. Ha citato “Power of Ten” di Charles e Ray Eames, un cortometraggio scientifico che ha visto per la prima volta all’età di otto anni. Ha spiegato che “è lungo solo pochi minuti e dimostra come tutto sia relativo moltiplicando o dividendo per dieci la realtà che ci circonda”. Questo film ha ispirato Swinton e l’ha spinta a riconoscere il potere del cinema come strumento di educazione e connessione.
In aggiunta a questo, Swinton ha rivelato di essere in procinto di intraprendere un anno sabbatico, un periodo di riflessione e cambiamento che aspettava da circa 15 anni. Ha dichiarato: “Quando lunedì tornerò a casa in Scozia, entrerò in una fase della mia vita in cui farò qualcosa di diverso”, lasciando intendere che questo nuovo capitolo potrebbe portarla a esplorare nuove opportunità e passioni.
L’intervento di Swinton al Festival di Berlino ha suscitato un ampio dibattito, non solo per le sue parole incisive sull’attualità, ma anche per la sua capacità di affrontare tematiche delicate con un approccio umano e inclusivo. Con la sua presenza e il suo impegno attivo, Swinton rappresenta una figura di riferimento per molti, in particolare per coloro che si battono per i diritti umani e la giustizia sociale. La sua scelta di partecipare alla Berlinale, nonostante le critiche, mostra la sua determinazione a utilizzare la sua piattaforma per promuovere il dialogo e la comprensione reciproca.
In un mondo in cui le divisioni sembrano aumentare, la visione di Swinton di unire le comunità attraverso la comunicazione e il rispetto reciproco è un messaggio che risuona fortemente. Invita tutti a riflettere su come possiamo contribuire a un cambiamento positivo nel nostro contesto sociale e culturale.