Un’inchiesta condotta dalla Procura di Palermo ha svelato un complesso sistema di corruzione e immigrazione clandestina che ha coinvolto oltre duemila cittadini extracomunitari disposti a pagare cifre ingenti per ottenere un permesso di soggiorno in Italia. Questo intricato schema è emerso grazie a un’operazione che ha portato all’emissione di 36 misure cautelari, con un giro d’affari stimato superiore a un milione di euro.
Il fulcro dell’inchiesta è un sodalizio criminale che ha presentato richieste fittizie di nulla osta al lavoro nell’ambito dei decreti flussi ed emersione, avvalendosi di aziende compiacenti e professionisti pubblici e privati. Tra gli arrestati figura Nicola Salvati, tesoriere del Partito Democratico in Campania, sospeso dal suo incarico a seguito di questi sviluppi. La sua posizione è cruciale, essendo considerato un collaboratore stretto di Raffaele Nappi, il principale promotore dell’iniziativa.
Nicola Salvati, dottore commercialista, ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione e gestione della documentazione falsa necessaria per ottenere i permessi di soggiorno. Secondo le indagini, ogni immigrato doveva versare tra 7 e 8 mila euro per ottenere un permesso legale, mentre i funzionari coinvolti percepivano tra 500 e 800 euro per ogni pratica. Inoltre, i collaboratori e i datori di lavoro fittizi incassavano circa 2000 euro per ogni richiesta. Gli investigatori hanno sequestrato circa 80 mila euro agli impiegati statali coinvolti nel giro d’affari illecito.
L’inchiesta ha rivelato che l’attività del sodalizio è avvenuta dal 2021 al 2022. Raffaele Nappi, che ha deciso di collaborare con le autorità, ha fornito dettagli significativi sulle pratiche illecite, suggerendo che i datori di lavoro compiacenti attestavano falsamente il possesso dei requisiti richiesti per le domande di nulla osta.
Il termine “click day” si riferisce a una pratica attraverso la quale i richiedenti possono inoltrare le loro domande per ottenere nulla osta al lavoro in un determinato giorno, generalmente tramite piattaforme telematiche. In questo contesto, i richiedenti dovevano utilizzare il sistema SPID per inviare le domande, con un numero massimo di richieste limitato a cinque. Questo ha portato alcuni a rivolgersi a patronati e professionisti, come l’avvocato salernitano Gerardo Cembalo, che, a fronte di un compenso di almeno 5 mila euro per pratica, si occupava di inoltrare le domande tramite i suoi collaboratori.
Un elemento chiave di questa vicenda è la denuncia presentata dalla premier Giorgia Meloni, che a giugno aveva già avvisato la Procura nazionale antimafia sui flussi irregolari di migranti in Italia. Meloni ha denunciato che i migranti pagavano somme che arrivavano fino a 15 mila euro per partecipare ai click day e ottenere i permessi di soggiorno. Durante un incontro con il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, la premier ha lanciato un allarme specifico sulla Campania, sottolineando che meno del 3% di coloro che entravano in Italia con un nulla osta riusciva poi a trovare un contratto di lavoro.
L’organizzazione criminale aveva la propria base operativa a Capaccio Paestum, dove risiedeva Raffaele Nappi. Questo luogo è emerso come un centro nevralgico per l’attività illecita, con aziende di facciata create per giustificare le pratiche di assunzione. I due commercialisti coinvolti si occupavano della gestione fiscale delle operazioni, mentre gli extracomunitari, in cerca di un permesso di soggiorno, raccoglievano denaro nei loro paesi d’origine per finanziare le richieste.
La scoperta di questo sistema di corruzione ha sollevato interrogativi significativi sulle pratiche di immigrazione in Italia, evidenziando come le vulnerabilità nel sistema possano essere sfruttate da organizzazioni criminali. Le autorità si trovano ora a dover affrontare non solo la prosecuzione dell’inchiesta, ma anche la necessità di riformare le procedure di immigrazione per prevenire ulteriori abusi. Con oltre duemila stranieri coinvolti e un sistema che ha ingannato sia i migranti che le istituzioni, l’attenzione è ora rivolta a come l’Italia affronterà le conseguenze di questo scandalo e garantirà che i diritti degli immigrati siano rispettati senza compromettere la sicurezza nazionale.
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