Il club bianconero ha patteggiato con la Procura Federale una semplice multa di 718.000 euro. La società: “Messo un punto fermo”
Tanto tuonò, che non piovve. La Juventus esce con una semplice multa dal secondo processo sportivo. La famosa indagine penale “Prisma”, portata avanti dalla Procura di Torino e che veniva considerata da molti addetti ai lavori come una delle più temute (riguardava gli accordi tra il club e i calciatori sulle mensilità delle stagione 2019-20 e 2020-21) si chiude con una multa per la società bianconera.
Nessuna squalifica aggiuntiva rispetto ai dieci punti già assegnati nel corso del dibattimento relativo al caso plusvalenze; nessuna penalizzazione da scontare nella prossima stagione. I legali del club bianconero hanno patteggiato con la Procura Federale. Dopo la sentenza di oggi i dieci punti della penalizzazione delle plusvalenze sono da considerare passati in giudicato. Per scrivere l’ultima parola, però, bisognerà aspettare le decisioni dell’Uefa. “Ora si può guardare con maggiore serenità al futuro”, ha commentato Gabriele Gravina, numero uno della Figc.
Il club bianconero aveva già trovato l’accordo sul patteggiamento ieri: nessun ricorso e semplice ammenda. Alla fine la società dovrà pagare una multa di 718.000 euro. L’unico che non ha accettato il patteggiamento è stato l’ex Presidente Andrea Agnelli. Il tribunale federale nazionale della Figc, ha deciso di stralciare la posizione dell’ex presidente bianconero, che sarà affrontata il prossimo 15 giugno. Al contrario della Juventus e di tutti gli altri dirigenti, per Agnelli si va a dunque giudizio, lasciando aperta la strada a possibili ricorsi solo per l’ex presidente bianconero se non si arriverà, anche in questo caso, a un patteggiamento, prima del 15 giugno.
Dopo la sentenza il club bianconero ha pubblicato un lungo comunicato: “Juventus Football Club S.p.A. (“Juventus” o la “Società”) comunica di aver definito ad ogni effetto con gli organi della Giustizia sportiva il procedimento FIGC n. 336 pf 22-23 (relativo alle c.d. “manovre stipendi 2019/2020 e 2020/2021”, ai rapporti con taluni agenti sportivi, nonché a taluni presunti “rapporti di partnership” con altri club) a fronte dell’irrogazione di una sanzione pecuniaria pari a Euro 718.240,00 e della rinuncia alla presentazione di ricorso innanzi al Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI avverso la decisione emessa dalla Corte Federale d’Appello della FIGC in data 22 maggio 2023 nel procedimento relativo alle c.d. “plusvalenze”.
Nel comunicato il club ribadisce che: “ La Società, pur ribadendo la correttezza del proprio operato e la fondatezza delle proprie argomentazioni difensive ha ritenuto di accedere all’applicazione di sanzioni su richiesta ex art. 127 CGS nei termini sopra indicati nel miglior interesse della Società stessa, dei suoi azionisti e di tutti gli stakeholders (sia appartenenti al mondo dello sport che non). La definizione di tutti i procedimenti sportivi FIGC aperti consente infatti alla Società di conseguire un risultato certo, mettendo un punto fermo e superando lo stato di tensione e instabilità che inevitabilmente discenderebbe dalla prosecuzione di contenziosi incerti negli esiti e nei tempi, permettendo inoltre al management, all’allenatore della Prima Squadra e ai giocatori di concentrarsi sull’attività sportiva ed in particolare sulla programmazione complessiva della prossima stagione”.
La Corte Federale d’Appello ha reso note le motivazioni sul processo plusvalenze, che il 22 maggio scorso hanno portato alla penalizzazione di dieci punti per il club bianconero. Una cifra alla quale si è arrivati sommando le responsabilità dei dirigenti coinvolti: per Paratici pesano 4 punti di penalizzazione, 3 per Agnelli, 2 per Arrivabene, 1 per Cherubini.derale d’Appello. “Al fine di definire il quantum della sanzione da irrogare alla F.C. Juventus spa, occorre far riferimento, in un’ottica comparativa, al contributo causale di ciascuno, in ragione del ruolo rivestito nella vicenda in esame, ed alle sanzioni irrogate ai quattro Consiglieri operativi, tra cui il Presidente della società sportiva, Andrea Agnelli”, ha scritto la Corte D’Appello Federale. “Ne consegue che un criterio di imputazione delle relative responsabilità personali si riflette sul quantum della sanzione da irrogare al sodalizio sportivo, nei seguenti termini: 1) Fabio Paratici, 30 mesi di inibizione: pesano 4 punti di penalizzazione; 2) Andrea Agnelli, 24 mesi di inibizione: pesano 3 punti di penalizzazione, atteso il ruolo rivestito di Presidente del CdA e legale rappresentante della società; 3) Maurizio Arrivabene, 24 mesi di inibizione: pesano 2 punti di penalizzazione; 4) Federico Cherubini 16 mesi di inibizione: pesa 1 punto di penalizzazione. Conclusivamente la sanzione della penalizzazione di 10 (dieci) punti in classifica da scontare nella stagione sportiva in corso, anche in un’ottica equitativa, si rivela del tutto idonea a soddisfare i criteri di afflittività, proporzionalità e ragionevolezza come innanzi enunciati”.
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