I tifosi spiazzati dall’addio del tecnico campione d’Italia. Dario Sarnataro, storica voce di Radio Marte, in esclusiva: “Ma tutto era nell’aria”.
Un addio che ha stupito tutti. O quasi. Dopo aver vinto lo scudetto ed aver dominato il campionato, Luciano Spalletti ha deciso di non continuare la sua avventura sulla panchina del Napoli. L’annuncio è arrivato dal presidente Aurelio De Laurentiis, che ai microfoni di Rai Tre (nell’ultima puntata di Che Tempo che Fa, con Fabio Fazio), ha svelato le intenzioni del tecnico toscano. Parole chiare, che hanno squarciato ogni dubbio.
“Spalletti è un uomo libero. Dopo tanti anni di cinema, quando qualcuno viene da te e dice ‘In fondo io ho fatto il massimo e si è concluso un ciclo. Vorrei un anno sabbatico anche se so di averne ancora uno di contratto’, io posso solo ringraziarlo ed è giusto che faccia ciò che vuole, gli auguro il meglio”, ha detto il patron del Napoli, lasciando intendere che alla base del mancato accordo ci sia una certa stanchezza di Spalletti. Ma è proprio così?
Dario Sarnataro, voce storica del tifo partenopeo, conduttore di Radio Marte e autore di un libro sul terzo scudetto degli azzurri, è convinto che alla base della scelta di Spalletti ci siano incomprensioni che partono da lontano. “L’addio era annunciato – ha dichiarato a Velvetnews.it – e si può parlare di una scelta sofferta. Da tutti: dallo stesso tecnico, dai tifosi e dal presidente, che aveva trovato in lui il mister ideale, in grado di farlo vincere e di valorizzare la rosa a disposizione”. Nessuno stupore però: “L’addio era nell’aria, qualcuno lo stava già annusando. Il rapporto tra il tecnico e il presidente De Laurentiis infatti era già complicato. Io direi quasi lacerato”.
I problemi, secondo Sarnataro, nacquero lo scorso campionato. “Quando il Napoli perse ad Empoli, il presidente iniziò a guardarsi intorno, temendo che potesse esserci un crollo. Questa cosa non è stata presa bene da Spalletti, che se l’è legata al dito. Diciamo che quest’anno i risultati hanno convinto entrambi ad andare avanti, ma la situazione era già complicata. Compromessa”. A fine stagione la società ha annunciato il rinnovo, attraverso una pec inviata per posta elettronica all’allenatore. “Se avesse voluto, il presidente avrebbe dovuto prendere la palla al balzo a metà campionato, quando la squadra volava. Ma forse, da accentratore, De Laurentiis non ha avuto questo guizzo di fare un piccolo passo indietro e tentare il dialogo. Credo che in cuor suo abbia pensato che gli elogi pubblici a Spalletti sarebbero bastati per convincerlo a rimanere”.
Chi perde di più? Spalletti o De Laurentiis?
Il tecnico però ha preso una decisione diversa. “Spalletti però ha mostrato stanchezza, sentendosi abbandonato in qualche frangente della stagione stressante seppur trionfale che stava portando a termine, e l’ha confessato a De Laurentiis, che ha provato a convincerlo a restare, ma senza insistere più di tanto”. Il Napoli perde un allenatore capace di trasformare la squadra, di darle un’identità internazionale e di condurla al terzo scudetto della sua storia. Il tecnico perde però l’occasione di sfruttare i frutti del suo lavoro e di giocarsi il prossimo anno il bis in campionato e la Champions League. Chi ha più da perdere? “Entrambi – risponde ancora Sarnataro – Spalletti lascia un Napoli campione d’Italia, una squadra forte, una società con le casse piene e un progetto in fieri ancora positivo, seppur influenzato da quello che dirà il calciomercato. Il Napoli perde il leader dello spogliatoio, l’artefice del calcio meraviglioso che ha incantato l’Europa e che ha dominato il campionato, colui che ha saputo creare un gruppo granitico di giovani affamati. Peccato… Ma, al solito, sarà il tempo a dire se questo divorzio produrrà effetti positivi o negativi, al Napoli di De Laurentiis e/o a Spalletti.