La morte del ministro Kucherenko è solo l’ultimo tra i decessi sospetti che hanno colpito alcuni tra i più importanti uomini politici russi dall’inizio del conflitto in Ucraina
Si attendono ancora i risultati ufficiali dell’autopsia sul corpo di Pyotr Kucherenko, il Vice ministro della Scienza e dell’istruzione superiore russo, deceduto la scorsa settimana in vicende ancora poco chiare. Il politico ha accusato un malore mentre si trovava su un aereo che lo stava riportando in Russia, dopo un viaggio a Cuba. Dopo l’atterraggio è stato immediatamente trasportato in un ospedale; ma le cure alle quali è stato subito sottoposto sono risultate inutili.
“Dovrebbe essere morto per un malore cardiaco” hanno fatto sapere i suoi familiari, ma sulla sua sorte c’è ancora più di un dubbi. “Kucherenko si è sentito male sull’aereo con cui rientrava, insieme alla delegazione russa, da un viaggio di lavoro a Cuba. L’aereo ha effettuato un atterraggio a Mineralny Vody, dove sono intervenuti medici ma Kucherenko non ha potuto essere salvato”, ha reso noto il ministero, in una dichiarazione scarna pubblicata sul sito e che ha alimentato ancora di più i dubbi sulla sua sorte. Anche perchè l’ex ministro è solo l’ultimo di una lunga serie di uomini politici morti improvvisamente (e in circostanze sospette) dall’inizio della guerra in Ucraina. E molti di loro (per non dire tutti) avevano assunto posizioni critiche o per lo meno dubbiose, sull’operazione portata avanti da Putin e dall’esercito di Mosca.
Il lungo elenco
Sono tredici i politici o i personaggi influenti del mondo dell’economia che hanno perso la vita. Funzionari e vertici militari morti per cause naturali o, più spesso, archiviati come casi di suicidio. Come è accaduto a Vladimir Makarov, che esattamente un mese prima di morire fu sollevato dall’incarico di vicecapo della direzione per la lotta all’estremismo del ministero dell’Interno russo, l’organo incaricato di reprimere il dissenso contro Putin. Il politico fu trovato morto nel villaggio di Golikovo, vicino a Mosca. Qualche mese prima toccò a Yevgeny Lobachev e a Lev Sotskov, rispettivamente maggior generale in pensione dell’Fsb e maggior generale del servizio di intelligence straniero (Svr). Le due morti vennero frettolosamente archiviate come suicidi.
Sotto accusa il governo russo
Pavel Antov, deputato del partito dello zar Russia Unita, è stato protagonista di una vicenda ancora più particolare. Criticò pubblicamente e in modo netto la guerra, definendola inutile. Chiese scusa per le sue dichiarazioni (attraverso un’intervista televisiva nella quale espresse un pensiero completamente opposto), ma a distanza di un mese fu ritrovato cadavere dopo essere caduto “erroneamente” dal terzo piano del suo albergo. Una vicenfda accaduta a dicembre del 2022. Poco prima, una sorta simile era toccata a Grigory Kochenov (da sempre contrario al conflitto), direttore creativo della società russa Agima, precipitato da un balcone della sua casa a Nizhny Novgorod durante una perquisizione della polizia. Da una finestra di una clinica di Mosca era caduto invece Ravil Maganov, il presidente del cda di Lukoil, ma il primo in assoluto a morire in una situazione dai contorni poco chiari fu il magnate Alexander Tyulakov, vicedirettore generale di Gazprom, che il 25 febbraio 2022 venne trovato senza vita nel garage di casa sua. Un altro strano caso di suicidio.