Al termine della gara contro la Cremonese il tecnico biancoceleste ha lanciato un messaggio forte, da molti interpretato come un addio. Ecco cosa c’era dietro le sue parole
Grazie alla doppietta di Milinkovic Savic e al gol di Hysaj, la Lazio ha battuto la Cremonese 3-2, ha certificato la qualificazione alla prossima edizione della Champions League e ha consolidato il secondo posto in classifica, con due punti di vantaggio sull’Inter. Un piazzamento che, qualsiasi cosa accadrà nell’ultimo turno, consentirà ai biancocelesti di disputare la prossima edizione della Supercoppa Italiana, insieme al Napoli, ai nerazzurri e alla Fiorentina.
Un risultato di tutto rispetto per una squadra che, alla vigilia della stagione, era stata snobbata dagli scommettitori. Nel giorno in cui lo stadio Olimpico ha tributato il giusto riconoscimento ai biancocelesti, a Stefan Radu (che ha giocato l’ultima partita con la Lazio dopo quindici anni di militanza) e che ha ricordato, a distanza di dieci anni, gli eroi che il 26 maggio del 2013 batterono in finale di Coppa Italia la Roma in un match diventato storico, Maurizio Sarri, il condottiero osannato dallo stadio Olimpico, ha lanciato messaggi contraddittori al presidente Lotito.
Parole che qualcuno ha interpretato come un addio e che altri invece hanno tradotto in un messaggio chiaro, rivolto a Lotito. dal quale spera di ottenere rinforzi in vista della prossima stagione e maggior voce in capitolo sul fronte decisionale. Sarri ha un contratto lungo con il club (in scadenza nel 2025) ed ha affermato più volte di voler rimanere nella capitale. Ma al termine di Lazio-Cremonese ha lanciato segnali criptici: “Non è detto che siccome c’è un contratto bisogna proseguire insieme per forza. Sentiamo le idee che ha e se siamo tutti con le stesse come lo scorso anno, si va avanti tranquillamente. Vediamo che si può fare, ci dovrebbero essere introiti in più. Non ho nessuna intenzione di lasciare la Lazio, ma neanche di fare cose che non mi stanno più bene. Questa eventualità al momento è estremamente remota, ci sono tutti i presupposti per andare avanti insieme”.
Il vero messaggio lanciato da Sarri a Lotito
Cosa nascondono le parole di Sarri? Vuole davvero lasciare la Lazio dopo due anni e proprio nel momento in cui sarà chiamato a preparare il ritorno della squadra biancoceleste nella prossima Champions League? Il messaggio del tecnico in realtà sembra nascondere altro. Sarri, dopo due anni di convivenza forzata, non avrebbe nessuna intenzione di continuare a lavorare con il direttore sportivo Igli Tare, che ha il contratto in scadenza a giugno: incompatibilità caratteriale, divisioni sul mercato e altri fattori, hanno portato alla rottura. Il tecnico ha più volte manifestato sofferenza al pensiero di continuare a lavorare con il diesse albanese e starebbe forzando la mano. “Non ho nessuna intenzione di fare cose che non mi stanno più bene”, ha continuato a ribadire Sarri, che si aspetta da Lotito parole chiare e dirette sul futuro.
Nella sua testa ci sono nuove figure (Accardi o Giuntoli i suoi preferiti) e un mercato diverso, fatto di giocatori più collaudati e senza scommesse. Lotito riflette: è legatissimo al tecnico, ma ha un rapporto solido (dopo quattordici anni di lavoro insieme) con Tare. E tra l’altro riconosce al tecnico i meriti indiscussi di aver riportato la sua creatura in Champions, ma al direttore sportivo la capacità di aver costruito una squadra di livello. Sulla quale la coppia dirigenziale ha sempre scommesso. Al contrario (almeno nelle affermazioni) del tecnico, che per larghi tratti della stagione ha continuato a ribadire che esistevano squadre più forti e più attrezzate.
Ma al di là delle diverse valutazioni (Sarri ha spesso parlato di miracolo, immaginando la Lazio in Champions, al contrario di Tare e Lotito) il tecnico ha le idee chiare sul futuro: “So che Lotito non farà follie, ma questo fa parte della storia della Lazio. Se desse retta a me si spenderebbe uno o due miliardi. Il primo assalto si fa a De Bruyne, poi Haaland forse ci dovrebbe rientrare in queste cifre. Il primo passo è avere la certezza su chi rimane, se non si fa questo per andar dietro al mercato si rischia di prendere giocatori inutili alla causa. Noi in certe zone di campo siamo corti o forti, ma carenti in alcune caratteristiche”. Ora la palla passa al presidente del club. Lo accontenterà?