Sarà possibile avviare test per impiantare chip nel cervello umano, in modo da aiutare chi è affetto da malattie neurologiche o da paralisi.
La Food and Drug Administrazion (Fda), l’ente regolatorio Usa in tema di salute pubblica, ha dato l’ok alla startup Neuralink di Elon Musk.
“Si tratta di un primo passo importante che consentirà un giorno alla nostra tecnologia di aiutare molte persone”, ha spiegato l’azienda su Twitter, aggiungendo anche che le prove non sono ancora iniziate.
L’obiettivo dell’esperimento è sviluppare un sistema che possa intervenire per aiutare le persone paralizzate o affette da malattie neurologiche a comunicare direttamente con un device esterno attraverso il pensiero. Sembra fantascienza, ma potrebbe diventare realtà.
Neuralink intende rendere questi impianti abbastanza sicuri e affidabili da poterli usare come interventi chirurgici elettivi.
Secondo Elon Musk questi chip dovranno consentire di raggiungere una “simbiosi con l’Ai”.
“Oggi siamo fiduciosi che il dispositivo di Neuralink sia pronto per l’uomo, quindi la tempistica dipende dal processo di approvazione della Fda”, aveva dichiarato alla fine di novembre su Twitter.
Il fondatore di Tesla, nel 2019, ha stimato che Neuralink avrebbe potuto eseguire i primi test sulle persone nel 2020. Fino ad oggi i prototipi sono stati impiantati solo nei crani degli animali. Hanno dimostrato che diverse scimmie sono state in grado di giovare ai videogame o digitare parole su uno schermo semplicemente seguendo con gli occhi il movimento del cursore.
Neuralink non è l’unica azienda che sta lavorando sul controllo del pensiero con i computer. C’è anche Synchron, che ha annunciato a luglio 2022 di aver impiantato la prima interfaccia cervello-macchina negli Stati Uniti d’America.
“Stiamo costruendo una tecnologia in grado di trasmettere direttamente i pensieri di persone che hanno perso la capacità di muoversi o parlare a causa di malattia o infortunio”, ha dichiarato Thomas Oxley, fondatore e capo della startup.
L’impianto è stato inserito nei vasi sanguigni di diversi pazienti, consentendo di comporre email e navigare su internet grazie agli occhi e al cervello. Il dispositivo impiantato si chiama Stentrode e viene inserito con una procedura simile a quella dell’inserimento di un divaricatore metallico cilindrico come lo stent.
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