Le autorità hanno trovato centinaia di migliaia di video e foto pedopornografiche sul suo pc. Da oltre dieci anni riusciva a fuggire e a far perdere le sue tracce
“L’uomo ombra”, la “Primula Rossa”. I soprannomi nei suoi confronti si sprecavano. Da oltre dieci anni la Polizia italiana e le forze dell’ordine di tutta Europa gli davano la caccia, ritenendolo responsabile di uno dei crimini più squallidi: la diffusione on line di immagini pedopornografiche. Dagli agenti della Polizia Postale era seguito da tempo. Conoscevano il suo modo di operare e le sue attitudini, ma fino ad oggi non erano mai riusciti a scovarlo.
Ieri il cittadino italiano di 50 anni, conosciuto con lo pseudonimo di Shadow (ombra), è stato finalmente catturato. Per anni vendeva sul darkweb immagini di bambini e bambine. Nella vita di tutti i giorni, era un insospettabile professionista, dedito al lavoro. Ma si trasformava in rete in un predatore sessuale. Tra e sue vittime anche ragazzi di neanche dieci anni, che adescava sul web. A porre fine alla caccia sono stati gli agenti della Polizia Postale, coordinati dalla Procura di Roma, che sono riusciti ad identificarlo ed arrestarlo. Nei suoi confronti il pm di piazzale Clodio Eugenio Albamonte contesta i reati di violenza sessuale aggravata, associazione per delinquere finalizzata alla diffusione di pratiche di pedofilia, alla condivisione di notizie utili all’adescamento di minori e allo scambio, detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.
Ecco come si muoveva sul dark web
Attraverso lo studio del suo computer sono state trovate centinaia di migliaia di foto. La Polizia Postale ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Roma. Per anni si muoveva indisturbato in una comunità virtuale piena di pedofili, chiamata TLZ (The Love Zone), che le autorità hanno immediatamente chiuso. Le indagini sono state rese difficoltose anche per l’assenza dell’utente dal darkweb da più di un anno: di fatto il 50enne aveva tentato di fare perdere le proprie tracce. Secondo gli elementi raccolti, Shadow per anni, ha partecipato attivamente alla comunità pedofila che operava sulla rete Tor: un’organizzazione a carattere transnazionale di cui facevano parte numerose persone, in tutta Europa.
La comunità si prefiggeva il compito di divulgare e scambiare una considerevole quantità di materiale pedopornografico restando nell’anonimato ed eludendo i controlli delle forze di polizia. La community era ben strutturata, prevedeva una precisa gerarchia e ruoli ben determinati, con un’apposita sezione dedicata ai produttori di contenuti multimediali realizzati mediante lo sfruttamento di minori di 18 anni.
Si cercano nuovi indizi e complici
Alle indagini, condotte dagli investigatori, hanno partecipato i responsabili della Polizia Postale, un esperto informatico dell’Europol specializzato in darkweb live forensic, un analista e i responsabili del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online. Gli inquirenti stanno ora analizzando le centinaia di migliaia di immagini trovate nel pc dell’uomo: l’obiettivo degli inquirenti è di trovare altre violenze commesse alle giovani vittime e l’eventuale coinvolgimento di altri pedofili, con i quali si intratteneva nel dark web e ai quali vendeva le foto dei minori.