Secondo il presidente dell’Inps i voucher, i salari bassi e i problemi legati ai pagamenti ad intermittenza, creeranno dei problemi”
Come saranno le pensioni per gli italiani? I problemi che la nostra economia si trascina dal post covid in poi, influiranno anche su quanto potranno percepire i nostri pensionati? Gli ultimi aumenti delle bollette, delle tasse e delle spese pubbliche, avranno ripercussioni sulle pensioni? Il presidente uscente dell’Inps Pasquale Tridico, ha lanciato un vero e proprio allarme.
In una conferenza stampa, nella quale ha fatto una sorta di bilancio sui quattro anni di lavoro alla guida dell’Inps, Tridico ha spaventato tutti: “Con voucher, intermittenza, bassi salari, si creano pensioni povere”. Il futuro sembra non essere particolarmente roseo per gli italiani. L’instabilità che ha contraddistinto gli ultimi anni, avrà delle ripercussioni. “Oggi il sistema previdenziale – ha spiegato Tridico – si basa sul lavoro. Quanto più è stabile e ben retribuito tanto più sarà alta la pensione. I voucher hanno una contribuzione del 13% appena contro il 33% del lavoro stabile”.
Il problema legato alle pensioni è ancora più grave in relazione all’età media del nostro Paese. Secondo le previsioni infatti, nel 2050 i nuovi settantenni saranno il 70% della popolazione. “Dobbiamo iniziare ad ampliare i nostri pilastri – ha spiegato – perché abbiamo pensato finora che fossero solo due: quello previdenziale pubblico e quello privato”. “Dobbiamo cominciare a capire che in realtà sono tre – aggiunge – uno universale finanziato su base fiscale, un secondo pilastro che è previdenziale e che dipende dalla vita lavorativa di ciascuno di noi e un terzo integrativo privato, ma su cui si può esercitare anche il pubblico”.
Secondo uno studio di Kearney ed Swg, il 2050 sarà “l’Italia degli ultrasessantacinquenni”, in quanto “il fenomeno dell’invecchiamento demografico, che oggi vede il rapporto tra anziani e giovani di 4 a 10, tra meno di trent’anni crescerà del 34% arrivando a un rapporto di 7 a 10”. Quella dei settantenni diventerà cosi “una nuova classe che, contando su un’aspettativa di vita più lunga e in buona salute, è oggi fuori dal servizio pubblico e assicurativo tradizionale, ma che rappresenterà un valore non solo da proteggere ma anche una importante opportunità di sviluppo”.
I problemi di stabilità e le tasse
Le tasse sul lavoro rischiano poi di creare problemi di stabilità, relativi al Welfare: “Continuare a tassare il lavoro non consente la sostenibilità necessaria a finanziare il nostro welfare ma non è più corretto perché aziende altamente tecnologiche a maggiore intensità di capitale hanno pochi dipendenti rispetto a una tradizionale”, ha proseguito Tridico, che ha poi evidenziato i numeri delle prestazioni erogate nel corso dell’ultimo anno. Secondo l’ex presidente Inps spiega: “Le prestazioni istituzionali erogate dall’Inps nel 2022 sono in totale pari a 380.718 milioni con un aumento del 5,8% sul 2021”. Le entrate contributive sono state pari a 256.138 milioni con un aumento dell’8,1% e una crescita maggiore per il lavoro dipendente privato (9,2%). La spesa per pensioni ammonta a 283.254 milioni con un aumento del 3,8%.