Alberto Genovese si è sposato con una vecchia fiamma, mentre era agli arresti domiciliari all’interno di una comunità di recupero per tossicodipendenti a dicembre.
Secondo i giudici, il lieto evento fa parte del percorso intrapreso dall’imprenditore per allontanarsi dalla dipendenza dalla droga. Genovese è stato condannato in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale nei confronti di altrettante modelle stordite da droghe.
Le parole degli avvocati di Alberto Genovese
Una volta era successo a Ibiza a luglio 2020, l’altro quasi tre mesi dopo nel suo attico a Milano. Gli avvocati di Genovese Antonella Calcaterra e Salvatore Scuto, durante l’udienza che si è tenuta ieri pomeriggio al Tribunale di Milano, hanno spiegato, come riporta il Corriere della Sera: “Il matrimonio con una donna con la quale aveva convissuto alcuni anni è uno dei momento che dimostrerebbero la concretezza di questo percorsi, hanno sostenuto i legali, facendo presente che Genovese ha affrontato la strada volontariamente dopo aver ammesso tutte le sue responsabilità e con l’obiettivo di non ricadere mai più nei comportamenti che lo hanno portato a devastare le ragazze che finivano in casa sua seguendo feste e droga”.
Era tornato in carcere il 23 febbraio dopo aver scontato parte della pena ai domiciliari per disintossicarsi. La richiesta della difesa di Genovese ha avuto l’ok, quindi ora per l’ex imprenditore digitale scatterà l’affidamento terapeutico.
Chi è la moglie di Genovese
Il Corriere della Sera spiega che Alberto Genovese si è sposato con una donna con la quale aveva convissuto alcuni anni. I suoi avvocati hanno sostenuto che il matrimonio fa parte di un percorso di rinascita dalla droga, che l’ex imprenditore del web ha intrapreso da solo, senza le pressioni dei giudici.
Genovese attualmente è detenuto nel carcere di Bollate. Era stato arrestato a novembre 2020. Dopo un periodo a San Vittore fino a luglio 2021, è stato trasferito ai domiciliari in una comunità terapeutica per disintossicarsi. Era tornato in carcere il 13 febbraio, dopo la notifica dell’ordine di esecuzione pena.
La pena residua è scesa sotto i quattro anni anche grazie alla buona condotta. Per questo è stato possibile chiedere l’affidamento alla comunità di recupero. L’ex imprenditore però, ora rischia un altro processo, come spiega il Corriere, “dopo la chiusura delle indagini su altre due violenze, sulla droga che circolava nelle case e per il materiale pedopornografico di cui era in possesso”.