Il maltempo sembra finalmente aver concesso una tregua all’Emilia Romagna. Resta il rischio frane mentre si continua a spalare e pulire, cercando di salvare il salvabile.
La premier Giorgia Meloni, tornata in anticipo dal G7 di Hiroshima, ha fatto visita alle zone colpite dalla tragedia, che è stata colpita da oltre 300 frane censite.
“Il governo c’è. È stata una tragedia, ma può essere un’occasione per rinascere più forti”. La presidente del Consiglio ha promesso “risposte immediate”, ma ha escluso che verranno utilizzati i fondi del Pnrr per la ricostruzione, pur essendo consapevole che serviranno “molte risorse” per riparare i “danni”, che sono ancora difficili da stimare.
Meloni, insieme con il viceministro Galeazzo Bignami, ha girato in auto prima la zona di Ravenna, poi il Forlivese e per non dare nell’occhio ha incontrato Bonaccini al casello autostradale di Forlì, per poi proseguire il suo giro a Faenza e di nuovo a Ravenna. Ha incontrato sindaci e cittadini. “Sono commossa”, ha ammesso.
Fuori dalla Prefettura di Forlì, un gruppi di giovani Fridays For Future hanno atteso la premier pronti per contestarla, ma lei non è arrivata. “Andranno mobilitate molto risorse e anche qui il governo è già al lavoro per capire quali possano essere i fondi prioritari dai quali si possa attingere”, ha spiegato Meloni.
Per ora è ancora allerta rossa in Emilia Romagna: le piene dei fiumi si sono abbassate ma rimangono gravi criticità idrogeologiche e idrauliche.
Domani, martedì 23 maggio 2023, è previsto il Consiglio dei ministri, durante il quale si discuterà dei danni e approvare provvedimenti. Potrebbe essere approvato un decreto e le disposizioni che verranno adottate saranno sulla scia della vicenda di Ischia.
Meloni ha spiegato che i 10-20 milioni che saranno stanziati in Cdm “servono per garantire adesso i soccorsi”. Ma per la ricostruzione servirà molto di più. “Il fondo europeo di solidarietà è uno di quelli che possono essere utilizzati”. Si lavorerà poi “sugli indennizzi e sulla ricostruzione ma questo richiede una stima completa e va fatto anche un lavoro sulla semplificazione delle procedure, questa forse ora è una delle cose più strategiche: capire dove debba stare la responsabilità, come facciamo a contare le risorse di cui disponiamo in tanti livelli istituzionali e cercare di concentrarle per spendere subito quello che possiamo spendere”.
“C’è gente che ha perso tutto in casa e nella propria impresa, abbiamo bisogno di rimborsi al 100% come fu per il terremoto. Poi serve la ricostruzione materiale di ciò che ha ceduto, oltre 600 strade, 300 frane attive. La collina e la montagna non andranno dimenticate, sono franati interi boschi e poi servono norme primarie e procedute speditive”.
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