Dopo l’ok all’unanimità della Camera dei Deputati, l’istituzione della Commissione bicamerale di inchiesta sul caso Emanuela Orlandi – Mirella Gregori, è appesa a un filo.
Il disegno di legge sulla nascita dell’organismo parlamentare sul mistero delle giovani scomparse nel 1983 è fermo al Senato perché la maggioranza ha mostrato delle perplessità sull’utilità di una Bicamerale con poteri inquirenti dopo la polemica scoppiata in seguito alle parole di Pietro Orlandi su Papa Wojtyla, che hanno suscitato anche una replica di Papa Francesco.
La richiesta di Della Porta (FdI)
Il primo segnale era arrivato alcune settimane fa con un emendamento al testo presentato dal senatore di Fratelli d’Italia Costanzo Della Porta, che chiedeva di accorciare a due anni la durata della Bicamerale.
E nell’ultima riunione della Commissione affari costituzionali del Senato, sono emerse ulteriori divergenze che hanno messo in evidenza la possibilità di far saltare il progetto.
Lisei (FdI): “Convocare i magistrati”
Il senatore Marco Lisei di Fratelli d’Italia si è fatto portavoce del cambio di rotta. Il 16 maggio ha chiesto che invece di discutere e votare il testo base, si possano convocare i “magistrati che seguono l’indagine” e i “legali della famiglia Orlandi”. Il motivo è che “rispetto al testo approvato, non si può tener conto delle novità di cui si è avuta notizia nelle ultime ore, in particolare sulla riapertura del fascicolo da parte della Procura di Roma e sulla decisione della Santa Sede di collaborare inviando gli atti richiesti”.
Parrini Pd: “Se FdI ha cambiato opinione dica il perché”
Lisei definisce questo momento, una pausa “per riflettere”. Le opposizioni si sono subito fatte sentire. Come riporta il Corriere della Sera, dal Pd, Dario Parrini auspica “una rapida approvazione del disegno di legge licenziato in prima lettura” esprimendo “sconcerto per l’irrituale richiesta del senatore Lisei”. Ed ha aggiunto: “Sarebbe preferibile un confronto franco e trasparente sulle reali motivazioni per le quali FdI abbia eventualmente cambiato opinione, piuttosto che ricorrere strumentalmente ad audizioni che dovrebbero essere svolte proprio dalla nuova commissione di inchiesta”.
Maiorino (M5S): “Convocare i magistrati contravviene al principio di separazione dei poteri”
Anche dal Movimento 5 Stelle arrivano critiche ai dubbi della maggioranza, con Alessandra Maiorino che in una telefonata col Corriere della Sera spiega che “i piani vanno tenuti distinti: una cosa è la ricerca della verità sulla inquietante scomparsa di due ragazzine, un giallo di Stato caratterizzato da ombre e omertà ai livelli più alti; un’altra le dichiarazioni, magari improvvide, di un familiare, che va tuttavia compreso nella sua sofferenza. In ogni caso, l’idea di convocare in Parlamento i magistrati è assurda e inaccettabile, in quanto mortifica le istituzioni e contravviene al principio della separazione dei poteri”.