“Vediamo che i Paesi occidentali continuano ad attenersi a uno scenario di escalation, che comporta rischi colossali per loro”.
Suonano come minaccia queste parole pronunciate dal viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko, citato dall’agenzia di stampa russa Tass. Arrivano dopo la dichiarazione di ieri, venerdì 19 maggio, del presidente Usa Joe Biden ai leader del G7, secondo cui Washington sosterrà uno sforzo congiunto con gli alleati e i partner per addestrare piloti ucraini su veicoli di quarta generazione, compresi gli F-16.
“In ogni caso ne terremo conto quando faremo i nostri piani”, tuona ancora Grushko. “Abbiamo tutti i mezzi necessari per raggiungere i nostri obiettivi”, ha aggiunto a margine della trentunesima Assemblea del Consiglio per la politica estera e di difesa, commentando la notizia della fornitura all’Ucraina di F-16 da parte dell’Occidente.
Prima che Biden comunicasse la decisione ai leader del G7, un alto funzionario dell’amministrazione americana ha spiegato che la formazione dei piloti ucraini non dovrebbe svolgersi negli Stati Uniti, “ma probabilmente in tutta Europa, anche con il coinvolgimento di militari statunitensi”. In ogni caso l’addestramento durerà mesi, così come sarà lunga la procedura per completare le varie fasi. Tuttavia l’annuncio è bastato per fare pressione su Mosca.
La Danimarca ha annunciato che addestrerà i piloti ucraini. Dal G7 in corso a Hiroshima, il premier britannico Rishi Sunak ha dichiarato che “il Regno Unito lavorerà con Stati Uniti, Paesi Bassi, Belgio e Danimarca per fornire all’Ucraina la capacità di combattimento aereo di cui ha bisogno”.
Non si è fatta attendere la risposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Accolgo con favore la storica decisione degli Stati Uniti e del presidente Joe Biden di sostenere una coalizione internazionale di jet da combattimento. Ciò migliorerà notevolmente il nostro esercito in cielo. Conto di discutere l’attuazione pratica di questa decisione al vertice G7 di Hiroshima”, ha commentato.
E al summit dei Sette Grandi, Zelensky ha sottolineato la necessità di rafforzare la difesa nei cieli per l’Ucraina.
“Non è cambiato nulla”. Queste le parole del consigliere per la sicurezza della Casa Bianca Jake Sullivan, ai margini del G7 a Hiroshima. In pratica, per gli Usa, la fornitura dei caccia F-16 all’Ucraina non è un punto di svolta nel sostegno a Kiev, né rappresenta un’escalation come ritiene il Cremlino. “Gli Stati Uniti non avevano mai escluso la possibilità di consegnare F-16 alle forze armate ucraine”, aggiunge.
Sullivan spiega che la decisione di consegnarli adesso rientra nelle necessità della guerra. “È arrivato il momento”, di considerare di cosa hanno bisogno gli ucraini per respingere i russi e i caccia F-16 rientrano tra le necessità dell’esercito di Kiev.
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