Shabbar Abbas, padre di Saman, per la prima volta si è presentato in videocollegamento oggi, 19 maggio, per assistere al processo sulla morte della figlia 18enne, che lo vede imputato insieme con altri quattro parenti.
“È stata dura, ma finalmente ce l’abbiamo fatta”, ha detto la giudice Cristina Beretti, che presiedeva la Corte d’Assise.
Shabbar per ora non ha reso dichiarazioni sulla morte della ragazza, uccisa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nel 2021. E alla domanda della giudice se sia in grado di parlare in italiano ha risposto “poco”. L’uomo ha 46 anni, è detenuto nel carcere di Islamabad in attesa dell’estradizione ed è stato assistito da un interprete che traduceva per lui quello che veniva detto in Aula.
Dopo la formalità del riconoscimento della sua identità, che è stata confermata dall’interprete, i suoi avvocati italiani Enrico Della Capanna e Simone Servillo, hanno avuto un colloquio con Shabbar in videocollegamento.
Beretti ha stabilito la “riunificazione della posizione di Shabbar”, che era stata temporaneamente stralciata in attesa del videocollegamento. Dopodiché è stata ripresa l’udienza dello scorso venerdì, con la testimonianza di un investigatore.
La presenza dell’interprete che dovrà tradurre tutto quello che viene detto in Aula comporterà il rallentamento dei lavori. “Sarà complicato, ma portiamo pazienza”, ha commentato la giudice.
Shabbar Abbas è uno dei cinque imputati nel processo per l’omicidio di Saman, insieme con lo zio Danish Hasnain e due cugini, Ikram Ijaz e Noumanoulaq Noumanoulaq della giovane e alla madre Nazia, che è l’unica ancora latitante.
Hasnain è ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale del delitto, sia per la testimonianza del fratello di Saman Abbas, sia per un residuo di saliva della giovane trovato sul giubbotto dell’imputato.
Hasnain ha condotto la polizia penitenziaria sul luogo dov’era stato nascosto il cadavere della vittima, permettendo così di recuperarne il corpo ed ha raccontato la sua versione della scena del crimine. Ha dichiarato che la sera dell’omicidio lui stava dormendo e di essere giunto sul luogo del delitto quando la nipote era già morta, uccisa dalla madre Nazia Shaheen.
Il procedimenti di Shabbar in un primo momento era separato da quello degli altri imputati, ora è stato riunito. Nei giorni scorsi in Aula sono stati sentiti i medici legali Cristina Cattaneo e Biagio Leone, che hanno confermato che Saman è morta per strangolamento.
“È stata una notevole forza applicata al collo. Per la sede dove si è rotto l’osso ioide statisticamente si ritiene più probabile che la morte sia avvenuta per strozzamento, ovvero per una forte pressione delle mani. Ma non è possibile stabilire al cento per cento la modalità esatta”, hanno dichiarato in Aula, mostrando attraverso alcune slide quanto emerso finora dalle analisi sul cadavere di Saman Abbas.
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