L’Iran ha giustiziato tre uomini che erano stati condannati a morte per aver partecipato alle proteste contro il regime degli ayatollah, nate dopo la morte di Mahsa Amini per mano della polizia morale.
A dare la notizia, la magistratura. Si chiamavano Majid Kazemi, Saleh Mirhashemi e Saeed Yaghoubi ed erano stati condannati per guerra contro Dio (moharebeh) e possesso di armi durante una protesta nella città di Isfahan, come ha reso noto l’agenzia di stampa Mizan Online.
Majid, Saleh e Saeed sono stati arrestati a novembre e condannati a morte a gennaio.
Ue: “Stop alla pena di morte”
Peter Stano, portavoce per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza Ue, ha condannato la decisione: “L’Unione europea condanna queste esecuzioni con la massima fermezza”, scrive in una nota, “e invita ancora una volta le autorità iraniane a porre immediatamente fine alla pratica fortemente condannabile di imporre ed eseguire condanne a morte nei confronti dei manifestanti. L’Ue esorta le autorità iraniane ad astenersi dall’applicare la pena di morte e dall’eseguire future esecuzioni e a perseguire una politica coerente volta all’abolizione totale della pena di morte. È inoltre imperativo che le autorità iraniane difendano il diritto al giusto processo delle persone accusate e garantiscano che coloro che sono sottoposti a qualsiasi forma di detenzione o reclusione non siano soggetti ad alcuna forma di maltrattamento”.
Nella nota si legge ancora: “L’Ue esorta le autorità iraniane a rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale, compreso il patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, di cui l’Iran è parte. I diritti fondamentali, compresi i diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica, devono essere rispettati in ogni circostanza. L’Ue ribadisce la sua ferma opposizione di principio all’uso della pena capitale in ogni momento e in ogni circostanza. La pena di morte è una pena crudele e disumana, che non funge da deterrente al crimine e rappresenta un’inaccettabile negazione della dignità e dell’integrità umana. Inoltre, è una punizione definitiva che rende irreversibili eventuali errori giudiziari”.
7 condanne a morte dopo l’uccisione di Mahsa Amini
Fino ad oggi sono 7 le condanne a morte eseguite in Iran in relazione alle proteste nate dopo la morte, il 16 settembre 2022, di Mahsa Amini, la donna curda iraniana di 22 anni, tre giorni dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per aver indossato male il velo.
Secondo Amnesty International, l’Iran è il Paese che giustizia più persone di qualsiasi altro, ad eccezione della Cina.
“Questa mattina all’alba sono stati impiccati, nella città iraniana di Isfahan, i tre manifestanti che erano stati arrestati nel novembre del 2022, sottoposti a torture e a confessioni estorte con la tortura”, ha denunciato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Un processo farsa”, ha definito quello dei tre manifestanti giustiziati.