Continua a perdere pezzi il partito di Carlo Calenda. Numerosi esponenti hanno deciso di lasciare Azione e di traferirsi altrove
“La riunione dei senatori del gruppo Azione-Italia Viva si terrà come anticipato e come previsto dal regolamento sabato alle 15. Chi non potrà essere fisicamente presente potrà collegarsi in streaming”. Con queste parole Raffaella Paita, Presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato, ha messo fine ad un’altra giornata molto intensa, che si è vissuta all’insegna delle polemiche e degli scambi a distanza. Tra Carlo Calenda e Matteo Renzi resta il gelo. Dopo gli attacchi delle scorse settimane del leader di Azione, che aveva accusato Renzi di non voler realizzare il partito unico, c’è stato il passaggio di Naike Gruppioni e di Giulia Pigoni da Azione a Italia Viva.
Giulia Pigoni, ex consigliera regionale dell’Emilia Romagna e coordinatrice di Azione, ha deciso di passare con Matteo Renzi. “Il mio addio ad Azione è stata una decisione sofferta, purtroppo gli ultimi tempi hanno mostrato un isolamento totale da parte del partito di cui ho fatto parte. La classe dirigente di Azione cerca di isolarsi in tutte le sedi dicendo che andrà alle europee da sola mentre Italia Viva lavora per federare un polo, ci sono riformisti anche in altri partiti e con loro si può lavorare“. La Pigoni ha riferito il suo pensiero a Carlo Calenda: “Lui non l’ha presa molto bene, l’ho incontrato quando ancora cercavo di spiegare le ragioni del mio disagio, poi, fatta la mia scelta, gli ho mandato una mail personale, con oggetto ‘dimissioni'”. “Calenda mi ha risposto il giorno stesso – ha spiegato – mi ha detto che era dispiaciuto ma mi augurava il meglio per il futuro”. Il leader di Azione ha parlato di scippo: “Non è assolutamente così, ma una decisione politica, mi spiace abbia usato queste parole. Mi dispiace che da Azione stiano uscendo in molti e non si interroghino sul motivo”.
All’interno del Terzo Polo le discussioni continuano. Enrico Borghi, senatore del gruppo Azione-Italia Viva, ribadisce: “Si tratta di due esponenti politici importanti, una parlamentare e una consigliera regionale di una delle principali regioni d’Italia: non fanno una scelta del genere a cuor leggero, e non sono oggetto di calciomercato”, ha ribadito. “È stata una valutazione sul nostro percorso di apertura congressuale in vista delle Europee, un tema che ha visto la chiusura da parte di Calenda. Evidentemente, Gruppioni e Pigoni hanno interpretato la proposta di Italia Viva come la più coerente con la costruzione di un polo liberale, riformista e popolare. Noi – annuncia Borghi – faremo la prossima settimana un briefing di due giorni con il capogruppo di Renew Europe Stéphane Séjourné, con al centro il tema della una lista comune e larga. Pensiamo a Brescia: la lista unitaria con Azione e +Europa ha preso un dignitoso 7% ed è stata determinante per l’elezione di Laura Castelletti. Quello è un ingrediente sul quale poter lavorare sul piano nazionale”, conclude il senatore.
Ma la situazione all’interno del partito di Calenda è tutt’altro che rosea. Oltre alla coppia Gruppioni-Pigoni, altri 38 politici hanno deciso di lasciare Azione, in forte contrasto con le scelte del partito. Si tratta di esponenti del gruppo di Modena, guidati dal segretario locale Pietro Borsari. “E’ stata una scelta sofferta e a lungo meditata – ha scritto in una nota – ma necessaria a fronte di una distanza politica ormai insanabile rispetto alle scelte del partito a livello nazionale”. A criticare la linea di Calenda c’è anche Gianluca Susta, segretario regionale in Piemonte. Pur restando nel partito perché ne condivide i valori, all’Adnkronos non ha nascosto la disapprovazione per la rottura con Italia Viva: “Sostengo la necessità di una ricomposizione dell’area liberal democratica e quindi ritengo di non essere la persona più adatta a rappresentare la linea del partito sul territorio”.
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