Quattro mamme di ragazzi con disabilità cognitive, raccontano la loro odissea. E si rivolgono al Ministro dell’Istruzione Valditara
Hanno contattato più di dieci licei nella capitale per poter iscrivere i loro figli, con gravi disabilità cognitive. Da tutti hanno ricevuto la stessa risposta: un rifiuto secco e deciso. L’odissea di quattro mamme coraggiose, porta alla luce una vicenda drammatica e vergognosa, che getta un’ombra sulle scuole romane e su tutto l’apparato scolastico nazionale.
Le mamme dei quattro ragazzi, che frequentano tutti la stessa scuola media, hanno iniziato questa battaglia con l’inizio del nuovo anno: quando si cerca di iscrivere i propri figli in vista del futuro anno scolastico. Ma hanno dovuto sbattere contro una serie di divieti, rifiuti e spiegazioni a dir poco imbarazzanti, che emergono dal racconto di una delle mamme. Sara (nome di fantasia per tutelare il ragazzo quindicenne con disabilità cognitiva) non ha paura a raccontare la sua vicenda, con la speranza di ottenere finalmente una scuola per il suo piccolo, grande eroe e denunciare una piaga del nostro sistema scolastico.
“Non mi sarei mai aspettata di vivere una situazione simile. È stata un’odissea. Abbiamo contattato 12/13 licei ma alla fine sono stata costretta a iscrivere mio figlio in una scuola paritaria. Il ministero faccia qualcosa”. Sara racconta nel dettaglio la vicenda e le risposte che diverse scuole le hanno dato di fronte alla richiesta di iscrizione del proprio figlio. “Mio figlio ha la 104, che prevede che l’alunno disabile abbia il massimo punteggio nelle graduatorie. Ma è stata emessa una circolare ministeriale che delega e dà mandato ad ogni singolo Consiglio di istituto di decidere i criteri per avere la precedenza”. Le mamme dei quattro ragazzi, tutte di Roma Nord, si erano inizialmente rivolte all’Istituto Emilio Sereni poiché, come liceo agrario, poteva essere più adatto.
Ma dall’istituto è arrivato, immediato, un no! Il “Sereni ha rifiutato 3 ragazzi con disabilità perché non appartenenti al ‘bacino di utenza’ della scuola. Ma la preside è stata sorda a qualunque appello anche da parte dell Usr”, ha denunciato la mamma. Da quel momento è iniziata una corsa contro il tempo e contro l’ottusità dei vari istituti. Le mamme si sono rivolte a diverse scuole, in zone diverse della capitale: il Domizia Lucilla, il Vespucci, l’istituto Enrico Fermi, il Pascal, il Calamandrei e il liceo scientifico Farnesina. Alcune risposte sono state per Sara emblematiche, come quella arrivata dal Fermi: “perché li dovete iscrivere in queste scuole… una scuola vale l’altra se non sono in grado di fare grandi cose'”, avrebbe detto l’insegnante di sostegno.
L’appello al Ministro
Parole che hanno fatto arrabbiare Sara, che si rivolge direttamente al Ministro Valditara: “Questo non deve accadere più. Si deve applicare la precedenza – in teoria già data dalla legge 104 – per le iscrizioni di questi ragazzi. I nostri figli hanno diritto a studiare – sottolinea Sara – Per questo, però, servono risorse maggiori per gli insegnanti sostegno. E dei fondi per far sì che le scuole prevedano laboratori e attività idonee”. Al ministro si rivolge anche l’esponente del Pd Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari Sociali e componente della segreteria del Partito Democratico: “Quattro ragazzi con disabilità grave sono stati di fatto esclusi dalla scuola pubblica”, dice Furfaro raccontando l’accaduto. “Una circostanza gravissima”, ribadisce il deputato che per questo ha presentato “un’interrogazione al ministro Valditara”.