L’accordo per il grano scade il 18 maggio e al momento non c’è certezza di un rinnovo tra Russia e Ucraina, mediato da Turchia e Onu.
Il mancato rinnovo potrebbe diventare un problema per l’Italia, perché una crisi alimentare nell’Africa settentrionale e subsahariana potrebbe comportare un aumento delle migrazioni.
In occasione della visita a Roma del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la premier Giorgia Meloni ne ha parlato senza mezzi termini: per l’Italia “è essenziale” il rinnovo dell’accordo “oltre il 18 maggio”.
Tajani: “Rischio crisi alimentare in Africa centrale e subsahariana”
A lanciare l’allarme, anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che in un’intervista al quotidiano il Messaggero ha spiegato che se la guerra in Ucraina continuasse e saltasse l’accordo sul grano, ne andrebbe “la vita di milioni di persone in povertà. Ne nascerebbe una crisi nei Paesi dell’Africa centrale e subsahariana che, insieme alla guerra in Sudan, rischia di attivare una pericolosissima spirale sul fronte migratorio”.
Per questa ragione, ha aggiunto, “ho ribadito all’Onu che l’accordo per un corridoio nel Mar Nero deve restare in vita. Abbiamo informato Zelensky che, insieme a Zaporizhzhia, questa è una delle nostre principali preoccupazioni. Confidiamo nella mediazione indipendente della Turchia”.
Grano: cosa prevede l’accordo tra Russia e Ucraina
L’accordo sul grano era stato rinnovato per due mesi il 18 marzo e prevede il passaggio sicuro delle navi mercantili russe e ucraine sotto il controllo dell’Onu, in un centro a Istanbul. La Turchia, ora alle prese con le elezioni, è garante del patto e nelle prossime ore si scoprirà se il suo ruolo sarà ancora sufficiente a rinnovarlo.
Cosa chiede la Russia
La Federazione russa chiede di eliminare tutte le sanzioni dell’Occidente sull’export di cibo e fertilizzanti, e il ripristino del sistema di pagamento Swift per la Banca agricola russa. Gli Usa e l’Ucraina ritengono che queste richieste siano “ricatti”.
Cosa sta succedendo adesso
Nel frattempo sono bloccate oltre venti navi in Turchia in attesa di ispezioni russe, che trasportano oltre un milione di tonnellate di grano e viveri.
Se lo stallo dovesse sbloccarsi, l’accordo verrebbe rinnovato di altri sessanta giorni, mentre le stime parlano di 200mila migranti in arrivo dalla rotta africana e del Mediterraneo orientale entro fine 2023.
Grano: anche l’Europa si spacca
Sul fronte del grano nelle scorse settimane anche l’Europa si è spaccata. La Polonia ha deciso di bloccare unilateralmente le importazioni di cereali dall’Ucraina su gomma e rotaia attraverso i corridoi verdi. Il motivo è che il grano di Kiev, invece di arrivare nei Paesi in via di sviluppo in Africa e Medio Oriente, è arrivato nei mercati locali dell’Est Europa, aumentando l’offerta e riducendo prezzi e guadagni per gli agricoltori del posto.
La decisione della Polonia è stata da apripista anche per Ungheria, Slovacchia e Bulgaria.
Tajani: “Serve intervento Ue”
Secondo Tajani, per frenare l’aumento delle migrazioni, “deve intervenire l’Ue. Siamo in una congiuntura senza precedenti con la sovrapposizione di più scenari di crisi. Serve un piano Marshall europeo contro il cambiamento climatico. L’Italia farà la sua parte con il piano Mattei”.