Transizione ecologica, cambiamento climatico e industria green: sono i temi affrontati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo ultimo giorno in Norvegia, dove si trova in visita di Stato.
All’Università di Scienze e Tecnologie di Trondheim, riferendosi agli scenari della guerra, ha parlato di cambio di prospettiva a livello mondiale: “L’insensata aggressione della Federazione Russa all’Ucraina ci ha reso pienamente consapevoli del valore strategico delle risorse energetiche. Non soltanto per il loro gravoso impatto economico, particolarmente in tempi di crisi, ma perché la sicurezza e il futuro delle nostre comunità passano anche per la sicurezza e l’indipendenza energetica”.
Non può esistere una dipendenza economica ed energetica, spiega Mattarella. E per questo, sul cambiamento climatico, ricorda che “le nostre società” hanno “preso pienamente coscienza dei loro drammatici effetti che impongono a tutti noi un radicale ripensamento dei fondamenti dei nostri sistemi di vita, di quelli economici e produttivi”.
Secondo Mattarella va accelerata la transizione green: “Raggiungere sicurezza e indipendenza non significa, quindi, affidarsi esclusivamente alle fonti energetiche tradizionali, venendo meno all’impegno nella lotta ai cambiamenti climatici. Il cambio di passo deve riguardare l’innovazione, non soltanto il cambio di rotte di approvvigionamento e fornitori. Serve un nuovo paradigma, serve avere l’ambizione di essere nel gruppo di testa che guida il cambiamento, piuttosto che nel gruppo di coda rivolto ad amministrare un passato in esaurimento. Occorre accelerare nella transizione verde”.
Mattarella ha ricordato che “la Costituzione norvegese e quella italiana contengono due norme, fra loro sovrapponibili”, cioè gli articolo 112 norvegese e 9 italiano, “che esprimono con chiarezza e lungimiranza questi principi”.
Per questa ragione, “si coglie la lungimiranza dell’impegno delle autorità norvegesi per promuovere lo sviluppo dell’energia eolica, l’utilizzo dell’idrogeno quale combustibile pulito e lo stoccaggio dell’anidride carbonica nel sottosuolo. Un’azione alla quale guardare con interesse e apprezzamento, tanto più in quanto Paese ricco di risorse energetiche tradizionali”.
“Nel percorso verso la de-carbonizzazione, fra i nostri Paesi e le rispettive aree di appartenenza, vi sono rilevanti e positive sinergie il cui potenziale deve essere ancora pienamente sviluppato. L’eolico nel Mare del Nord e il fotovoltaico nel bacino del Mediterraneo possono diventare, in un futuro non lontano, fonti di energia pulita del continente europeo e alimentare così una nuova rivoluzione nei processi produttivi e nei modelli di vita, così come accadde con il carbone della Ruhr, a cavallo tra il XIX e il XX secolo”.
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