Tra pochi giorni il club bianconero conoscerà il suo destino. Oggi intanto ha subito una richiesta inaspettata di risarcimento
Il 22 maggio la Juventus conoscerà il suo destino. O almeno una piccola parte. La Corte d’Appello Federale della Figc ha infatti fissato per quella data l’udienza che deciderà sulla rivalutazione della sanzione al club bianconero. In ballo il procedimento relativo alle plusvalenze. La Juventus era stata inizialmente sanzionata con quindici punti di penalizzazione. Poi, a sorpresa, la prima sentenza era stata annullata. Tra dodici giorni il club bianconero e tutti i tifosi, conosceranno la verità.
Lunedì 8 maggio erano state pubblicate le motivazioni del Collegio di Garanzia. Tutto l’impianto accusatorio aveva retto. Era stato ribadito l’illecito sportivo confermando “una preordinata e reiterata modalità di violazione delle regole”. Difficile immaginare un epilogo diverso da quello che porterà una nuova squalifica in classifica. Il Collegio ha ritenuto che “la sentenza impugnata è carente nella propria parte motiva laddove la Corte Federale ha fatto riferimento ad una asserita condivisione, da parte di detti amministratori, dei concreti dettagli e delle finalità delle operazioni sportive scrutinate, omettendo di fornire adeguato supporto motivazionale di tali affermate ed indimostrate circostanze“.
I legali del club bianconero promettono battaglia. “Siamo pronti a tornare a combattere” nonostante la lettura delle motivazioni della sentenza del consiglio di garanzia dello Sport sembri lasciare poco spazio alle speranze di una piena assoluzione. “Sono motivazioni che su tanti argomenti non ci convincono”, afferma l’avvocato Maurizio Bellacosa, annunciando che la memoria difensiva sarà depositata entro il 17 maggio. “Abbiamo vari spunti per tornare a combattere davanti alla Corte federale d’Appello”, ha promesso. Questo primo filone determinerà la sanzione che verrà inflitta alla Juve in questa stagione. Il nuovo processo (legato alle accuse di falso in bilancio e ai rapporti con i tesserati sugli stipendi) rischia invece di portare i suoi effetti nella classifica del prossimo anno. La Juventus potrebbe rischiare di chiudere questa stagione con una penalità (che potrebbe risultare decisiva nella corsa Champions) e iniziarne un’altra trovandosi con gli stessi dubbi e con le identiche problematiche.
La Libia chiede due milioni di euro
Oggi il processo contro la Juventus ha vissuto una giornata decisiva e per certi versi paradossale. E’ infatti sceso in campo come avversario dei bianconeri anche uno dei maggiori colossi della finanza mondiale: la Lybian arab foreign investment company. Il principale e più famoso fondo libico, non solo ha partecipato al dibattimento in aula, ma ha anche chiesto un maxi risarcimento alla società juventina, costituendosi parte civile contro una lunga serie di imputati: su tutti l’ex presidente bianconero Andrea Agnelli. Il fondo libico ha chiesto due milioni di euro alla Juventus, come azionista del club. Oggi (dopo l’iniziale investimento fatto da Muammar Gheddafi) possiede circa lo 0,7% delle azioni (inizialmente era al 7%). La richiesta è dettata dalla lamentela di un danno derivante dall’andamento del titolo. È la quantità delle azioni in possesso del fondo a fare lievitare la cifra, che per i piccoli azionisti si ferma invece a poche migliaia di euro. Lafico si sarebbe trovata nell’impossibilità di intervenire nelle operazioni della Juventus – tra cui gli aumenti di capitale – per effetto del congelamento degli asset imposto dall’Unione europea nel 2012 a seguito della morte di Gheddafi.