Riforme istituzionali: al via oggi, martedì 9 maggio, alle consultazioni tra l’esecutivo e le opposizioni. Il racconto della giornata.
Giorgia Meloni incontra per primi i rappresentanti del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e i capigruppo Stefano Patuanelli e Francesco Silvestri.
L’incontro con +Europa
“L’attuale maggioranza ha conseguito il 43% dei consensi che si è tradotto in oltre il 60% dei seggi con una legge che farebbe impallidire la legge truffa, per questo abbiamo posto subito una tema di democrazia rispetto alla questione delle riforme. Abbiamo da sempre proposto una legge bicamerale ad hoc eletta con metodo proporzionale delle ultime elezioni. La legge elettorale attuale è distorsiva”. Così Riccardo Magi di +Europa dopo l’incontro con l’esecutivo.
Meloni valuta ipotesi bicamerale
“Valuteremo anche la proposta che avete fatto sulla legge ad hoc relativa alla procedura delle riforme. Credo si possa dialogare su tutto purché non ci siano intenti dilatori”, ha dichiarato Meloni rispondendo al Movimento 5 Stelle che ha proposto una bicamerale.
L’incontro con Azione-Italia Viva
“Per noi sono due i temi fondamentali. Il primo è l’elezione diretta del premier sul modello del Sindaco d’Italia“. Lo ha dichiarato Maria Elena Boschi (Italia Viva) al termine dell’incontro con Meloni. “Una riforma della forma di governo non può essere separata dal superamento del bicameralismo”.
Calenda (Azione) ha dichiarato che Azione e Italia Viva intendono confrontarsi con le altre opposizioni. “Siamo disponibili a collaborare, per l’ovvia ragione che, come è noto, anche noi abbiamo provato a fare un percorso di riforme. Non solo. Condividiamo l’esigenza di avere maggiore stabilità dei governi, l’esigenza di avere una maggiore efficienza dell’apparato complessivo dello Stato, che non è solo il governo centrale, ma è anche le autorità locali. Per questa ragione abbiamo cercato di definire il perimetro entro il quale una collaborazione è possibile. Per noi c’è una linea rossa assoluta, che è la figura di garanzia di unità nazionale e della Costituzione, che è il presidente della Repubblica”.
L’incontro con le Autonomie
“Abbiamo detto alla presidente che condividiamo in pieno il suo obiettivo di dare più stabilità al sistema politico italiano”. Così Julia Unterberger, senatrice del Gruppo per le Autonomie. “Quasi ogni anno cambia il governo e tende a rifare tutto quello che è stato fatto dal predecessore. Pertanto, capiamo e siamo convinti anche noi che si dovrebbe trovare una soluzione per dare più stabilità se sia questo il premierato oppure come in Germania la sfiducia costruttiva si può discutere”.
E conclude: “L’unico punto sul quale siamo molto scettici è il presidenzialismo, soprattutto per noi autonomisti e minoranze linguistiche la figura del presidente dello Stato è molto importante”.
L’incontro con i 5 Stelle
“Abbiamo detto a Meloni che non sono raccomandabili colpi di mano nella ridefinizione dell’assetto costituzionale”. Sono le parole di Giuseppe Conte subito dopo l’incontro con l’esecutivo.
“Consapevoli che vada risolto il problema instabilità dei governi, ma non è emersa una soluzione condivisa in questo incontro. Il quadro deve rimanere equilibrato, non deve cioè mortificare il ruolo parlamentare della mediazione e neanche la funzione del presidente della Repubblica”.
E ancor: “Siamo disponibili per quanto riguarda il metodo al dialogo in una commissione parlamentare costituita ad hoc, raccomandiamo questo percorso”.
Insieme con la premier, parteciperanno ai tavoli, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, la ministra per le Riforme Elisabetta Casellati, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, i sottosegretari alla Presidenza Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari, e il costituzionalista Francesco Saverio Marini.
Gli incontri si terranno nella biblioteca del presidente a Montecitorio, mentre nella sala della Regina è stato allestito un palco per l’incontro con i giornalisti dopo i colloqui.
“Auspico concretezza, perché sul dialogo e sulla normalità del dibattito democratico credo che non ci debbano essere dubbi tra noi. Le istituzioni su questo devono dare il buon esempio”. Queste le parole della premier Giorgia Meloni a margine della cerimonia per le vittime del terrorismo al Quirinale.
Meloni: “Dialogheremo per riforme necessarie”
L’invito della presidente del Consiglio alle opposizioni è di non partire prevenute: “Cerco convergenze, bene se si arriva a scelte condivise ma ho degli obiettivi da raggiungere”.
“Il governo dialogherà con i rappresentanti dei partiti sulle riforme istituzionali necessarie all’Italia. Intendiamo ascoltare attentamente ogni proposta o critica, nel corso di quello che consideriamo un confronto importante per la nostra democrazia e per approvare misure improrogabili per il bene dei cittadini e della Nazione”, ha scritto la premier sui social in mattinata.
Riforme istituzionali: il calendario degli incontri con le opposizioni
Intanto è stato aggiornato il calendario degli incontri dell’esecutivo e le opposizioni. Dopo il Movimento 5 Stelle, che resteranno al tavolo dalle 12.30 alle 14.00, sarà ricevuto il Gruppo per le Autonomie e Componente Minoranze linguistiche fino alle 14.45. Alle 15.15 sarà il turno di Azione-Italia Viva-Renew Europe per un’ora, mentre dalle 16.15, per mezz’ora sarà ricevuta +Europa.
Dalle 17.30 alle 18.30 sarà il turno di Alleanza Verdi e Sinistra. Dopodiché, fino alle 19.45 sarà ricevuto il Partito democratico -Italia Democratica e Progressista.
Presidenzialismo: le varie posizioni
Tutti porteranno al tavolo posizioni molto differenti. La presidente del Consiglio ha sempre sostenuto il presidenzialismo con un elezione diretta che potrebbe riguardare o il presidente della Repubblica o il capo dell’esecutivo.
Il Partito democratico è contrario a qualsiasi delle ipotesi di Meloni. È invece favorevole a rafforzare i poteri del premier. Il Movimento 5 Stelle è contrario a qualsiasi riforma che vada verso il presidenzialismo o il semipresidenzialismo.
Italia Viva è invece aperta al dialogo, con Matteo Renzi favorevole al Sindaco d’Italia, insieme con il superamento del bicameralismo perfetto.