Domani la relazione in Aula. Esulta il Governo: “Un passo avanti decisivo per il Meridione”. Tuonano le opposizioni
Dopo anni di attese, di dibattiti, di prese di posizione più o meno definitive, è arrivato finalmente il testo che ufficializza il ponte sullo stretto di Messina. Le commissioni Trasporti e Ambiente hanno approvato il mandato ai relatori a riferire in Aula sul decreto ponte. Il provvedimento va in Aula domani alle ore 15.
Il costo è molto alto: 13 miliardi e mezzo si euro. A confermarlo è il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi, intervenendo davanti alle commissioni riunite Trasporti e Ambiente della Camera. “Nel 2011 il costo era di 8,5 miliardi, quindi è salito da 8,5 a 13 miliardi complessivamente. Di questi 8,5 miliardi, quelli di cui stiamo parlando sull’aggiornamento prezzi sono i 6,7 miliardi che riguardano il contratto col contraente generale”, ha aggiunto.
“Sono state fatte due modifiche di riformulazione per chiarire due cose: prima di tutto che il limite sono i 13,5 miliardi del Def, dunque l’opera sta dentro quel limite; secondo dovevamo fissare dei criteri oggettivi”, dal momento che i “materiali negli ultimi 2 anni sono aumentati, alcuni anche oltre il 40%, e bisognava misurare i costi per evitare extraprofitti per un’azienda che ha vinto l’appalto nel 2012”.
L’emendamento riformulato sul caro materiali, è stato presentato alle commissioni Trasporti e Ambiente sul dl Ponte. “Serve a dipanare i dubbi sia sul valore che sull’aumento dei costi e sugli eventuali extraprofitti, per tutelare lo Stato affinché si realizzi l’opera con tempi e costui congrui. Penso che il metodo scelto con Ragioneria e Mef sia tutelante”, ha continuato Rixi.
I rappresentanti del governo esultano: “I 13,5 miliardi che serviranno a realizzare il Ponte sullo Stretto sono una cifra considerevole, ma sono anche investimento necessario a cambiare il Sud e a tutto il Paese”, ha dichiarato il deputato di Forza Italia Giuseppe Mangialavori, presidente della commissione Bilancio. “L’opera imporrà l’adeguamento delle infrastrutture interne dell’intero Meridione e invertirà la tendenza che vede il Sud più indietro nello sviluppo infrastrutturale – aggiunge Mangialavori – dando così al Mezzogiorno l’opportunità di diventare la piattaforma strategica al centro del Mediterraneo in un crocevia fondamentale per il traffico merci internazionale. Aveva ragione il Presidente Berlusconi a proporlo primo tra tutti 20 anni fa e fa bene oggi il governo a metterlo tra le priorità. In Italia gli investimenti sono fermi da troppo tempo e il ritardo infrastrutturale accumulato è un enorme fardello per tutti. Dobbiamo cambiare marcia”.
Le proteste delle opposizioni
Le opposizioni protestano. Dopo la presentazione, da parte del Mef, di una riformulazione dell’emendamento di maggioranza riguardante il caro materiali il centrosinistra aveva chiesto una sospensione dei lavori. “I tempi ci sono, si tratta di una scelta politica”, hanno osservato da più parti nell’opposizioni. Anche la presidente di deputati Dem, Chiara Braga, è arrivata in commissione per sostenere il suo gruppo. “Chiediamo una sospensione per analizzare la relazione tecnica, serve una riflessione vista la portata della riformulazione”