Un autovettura sulla quale viaggiava uno scrittore russo (da sempre favorevole al conflitto) ha subito un attacco. Rimbalzo di accuse tra Kiev e Mosca
Un altro giorno di grande tensione si è vissuto ieri a Mosca. Lo scrittore russo Zakhar Prilepin è stato vittima di un attentato. Il terzo nel corso degli ultimi otto mesi subito da un protagonista dell’informazione. Lo scrittore (da sempre sostenitore del conflitto), fortunatamente, è rimasto lievemente ferito da un ordigno che è esploso e che ha distrutto la sua autovettura. L’attentato ha alzato ulteriormente il livello di tensione tra la Russia e l’Ucraina.
Mosca ha attaccato Kiev, anche alla luce della confessione dell’uomo fermato dalla polizia russa. Il sospettato ha dichiarato di aver provocato l’esplosione con una bomba azionata a distanza “su istruzione dei servizi segreti ucraini“. Per Mosca, le menti a capo dell’attacco sarebbero tuttavia Stati Uniti e Gran Bretagna. Kiev replica: “Prilepin è vittima della repressione russa”.
Il sospetto fermato si chiama Alexander Permyakov e avrebbe confessato di avere posto un ordigno sulla strada che l’auto di Prilepin doveva percorrere in un villaggio circa 400 chilometri ad est di Mosca, e l’ha fatto saltare in aria con un congegno a distanza al passaggio della vettura. Il reato per cui si indaga è quello di “terrorismo”. Ma la Russia non si è limitata a prendersela con il presunto responsabile (e con Kiev): ha alzato decisamente il tiro, tirando in ballo i principali alleati dell’Ucraina, come co-responsabili dell’attentato. Il portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova ha parlato di “responsabilità diretta” di Usa e Gran Bretagna.
Secca la smentita ucraina. Mykhailo Podolyak, primo consigliere di Zelensky ha negato ogni responsabilità ed ha accusato a sua volta la Russia, ipotizzando che dietro l’attentato ci fosse il “clan di Putin”, che prenderebbe di mira ogni possibile fonte di dissenso anche tra i sostenitori dell’intervento in Ucraina. Un copione già visto, insomma, in occasione dei precedenti attentati. La Russia, come da tradizione, attacca l’Ucraina (tirando in ballo l’Occidente); Kiev risponde accusando Mosca. Stessa situazione vissuta nei giorni scorsi, quando la Russia ha accusato l’Ucraina e gli Usa per i due droni esplosi la notte tra martedì e mercoledì sul Cremlino, il momento culminante di una serie di attacchi con velivoli senza pilota che nelle ultime settimane sono avvenuti sul territorio russo. E che hanno preso di mira in particolare raffinerie e depositi di carburante nel sud del Paese.
Il conflitto intanto va avanti. L’esercito ucraino ha confermato di aver abbattuto un missile ipersonico russo sopra Kiev utilizzando i sistemi di difesa americani Patriot recentemente acquisiti. Sul fronte opposto due missili balistici ucraini Grom-2 sono stati abbattuti sulla penisola di Crimea.
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