Alexa è un assistente virtuale sviluppato da Amazon, in grado di rispondere ad una vasta gamma di domande e di eseguire una serie di comandi vocali. Recentemente è diventata protagonista di un caso virale.
La storia è stata riportata sui media di tutto il mondo e ha fatto molto discutere. Una ragazza ha scoperto che il suo fidanzato la tradiva grazie ad Alexa, che aveva registrato una conversazione tra il fidanzato e la sua amante. Stava utilizzando l’assistente per ascoltare la musica quando ha sentito la registrazione della conversazione incriminante: una vicenda che ha sollevato subito diverse polemiche.
In realtà il caso nasconde alcuni retroscena. A partire dal fatto che la ragazza in questione non ha scoperto la relazione segreta per puro caso. Infatti, ha chiesto specificatamente ad Alexa di ascoltare le ultime conversazioni del fidanzato. Tra questi ha sentito un vocale che diceva “Ci vediamo tra poco da me, tesoro”. Un messaggio inequivocabile che non ha lasciato alcun dubbio alla protagonista.
La vicenda ha attirato molte critiche e ha sollevato alcune questioni sulla privacy e sulla sicurezza delle informazioni personali. Tuttavia, è importante sottolineare che l’assistente vocale non ha violato la privacy del compagno della ragazza: Alexa ha registrato una conversazione che si stava svolgendo nella stessa stanza in cui si trovava.
Tradimento scoperto da Alexa: si tratta di violazione della privacy o no?
Il caso dell’ormai ex coppia di fidanzati (dopo aver scoperto il tradimento, infatti, la ragazza ha deciso di porre fine alla relazione e cambiare vita) è diventato subito virale. La questione ha messo in luce come la tecnologia possa essere utilizzata per venire a conoscenza di certe verità e proteggere i propri interessi.
Tuttavia, quando si parla di strumenti tecnologici è sempre importante usarli con cautela e rispettare la privacy delle altre persone. La vicenda che vi abbiamo raccontato ha sollevato un quesito: chi legge i messaggi senza permesso del partner rischia qualcosa in termini di legge? In effetti si tratta di un vero e proprio reato come stabilito dalla Cassazione valutando un caso simile.
Ciò significa che se una persona fornisce le credenziali di email o di un altro tipo di servizio di messaggistica e queste vengono usate in occasioni successive senza il suo permesso, è reato. Questa decisione della Suprema Corte di cassazione non vale solo per i conviventi o coniugi ma anche per i colleghi. Quindi attenzione: sempre meglio chiedere l’esplicita autorizzazione a leggere email e messaggi.