Un uomo di ottanta anni si è visto prosciugare il conto dal nipote: la cifra scoperta dagli inquirenti è clamorosa
Quanto vale l’amore di uno zio verso un nipote? Almeno centomila euro, secondo il racconto degli investigatori della Guardia di Finanza, che hanno scoperto una truffa (perpetrata da diversi anni) da parte di un nipote verso lo zio di ottanta anni, che soffriva di disturbi mentali. L’uomo, nel corso degli anni, aveva elargito al ragazzo numerose somme di denaro.
Lo zio, un ottantenne che viveva in provincia di Ravenna, soffriva da anni di una patologia, che lentamente lo aveva costretto a restare a casa. Il nipote (che ha quasi sessanta anni) ne ha approfittato per prosciugare i suoi conti e convincerlo ad appoggiare i suoi investimenti, attraverso firme, deleghe e prestiti di cifre ingenti. Le autorità seguivano la vicenda da circa tre anni ed hanno fermato l’uomo, che vive a Riolo Terme, comune del ravennate. L’accusa è pesante: circonvenzione aggravata e continuata e furto pluriaggravato di più di 100 mila euro.
Questa, secondo gli investigatori, la cifra che l’indagato avrebbe prosciugato dal conto dello zio del quale avrebbe carpito la fiducia approfittando delle sue condizioni di salute per ottenere la delega a operare sul suo conto. Secondo quanto riferito da numerosi quotidiani locali, la segnalazione sul caso alla Procura di Ravenna era partita nel 2020 dall’amministratrice di sostegno a sua volta allertata dalla sorella dell’ottantenne la quale nel 2018 si era accorta che il fratello era rimasto senza assistenza, senza soldi e senza deposito titoli. La sorella dell’uomo ha lanciato l’allarme e attraverso lo studio dei conti correnti, si è arrivati presto alla verità.
La donna ha sollecitato l’intervento dell’amministratrice, che ha scovato dei prelievi superiori a 225 mila euro effettuati tra l’ottobre del 2008 e il dicembre del 2015. Ad effettuare quei prelievi, grazie ad una delega firmata dall’anziano, c’erano tre persone, tra cui il nipote dell’uomo. Per il periodo successivo alla morte della madre dell’anziano (agosto 2015-marzo 2018), l’amministratrice aveva individuato prelievi per più di 47mila euro, nonostante l’uomo vivesse con una pensione di soli 400 euro al mese: e tra le due persone delegate alle operazioni, figurava ancora una volta il nipote.
Gli inquirenti, insospettiti da queste anomalie, hanno continuato ad indagare e hanno scoperto un altro caso “sospetto”. L’indagato risultava destinatario anche di un prestito da 10 mila euro, per il quale lo zio aveva fatto da garante. Da ultimo sul conto dell’anziano nel giugno 2008 c’erano strumenti finanziari per oltre 80 mila euro, poi disinvestiti e prelevati. Operazioni che vedrebbero ancora coinvolto il nipote.
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