Sarà un Consiglio dei ministri con un valore simbolico quello convocato il primo maggio alle 10 a Palazzo Chighi.
All’ordine del giorno infatti, c’è il decreto con misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro e in materia di salute.
Tra i provvedimenti in esame, anche un disegno di legge in materia di lavoro e un decreto legislativo in attuazione della Delega al governo in materia di disabilità nel 2021.
Il pacchetto di misure previste nel decreto lavoro contiene provvedimenti a partire dagli strumenti che sostituiranno il reddito di cittadinanza. A partire dal 2024 infatti, il sostegno introdotto dal Movimento 5 Stelle sarà sostituito dall’assegno di inclusione. Questo decreto dovrebbe risolvere anche il vuoto normativo creato con la Manovra, che aveva cancellato il reato per chi riceveva indebitamente il rdc, con un aumento delle sanzioni false e truffe, con pene fino a 6 anni di carcere.
Sono poi previsti bonus assunzione e misure per le famiglie, tra cui la maggiorazione dell’assegno unico. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato il taglio del cuneo fiscale, previsto anche nel Def approvato ieri, venerdì 28 aprile, in Parlamento.
Il decreto legge vale circa 5 miliardi di euro a sostegno del lavoro. La cifra dovrebbe comprendere 3,4 miliardi derivanti dallo scostamento di bilancio per il 2023 e ulteriori 1,5-1,6 miliardi individuati dalla rimodulazione delle misure già previste. Oltre 3 miliardi dovrebbero essere destinati al taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti a reddito medio basso (anche questa misura è stata annunciata nel Def). Altre risorse da definire sono previste per le famiglie con figli.
L’idea di convocare il Cdm il primo maggio, giorno della Festa del lavoro, sarebbe stata della premier Giorgia Meloni. Dall’esecutivo fanno sapere che si è trattato di un gesto “simbolico”, mentre i sindacati saranno impegnati a Potenza e al concerto in Piazza San Giovanni a Roma.
“Il primo maggio è la festa dei lavoratori e del lavoro. Hanno annunciato un pacchetto non concordato né con i lavoratori né con i sindacati e questo è molto grave. La cosa peggiore è che non si sono accorti che su quelle funzioni e quelle competenze avrebbero dovuto ascoltare prima le Regioni e gli enti territoriali. Qualcuno deve spiegare al governo che quando si parla di lavoro non si può parlare di slogan. Oggi stiamo approvando un Def nel quale non c’è nulla di quello che ci aspettavamo, come l’inflazione che sta bruciando gli stipendi. Ecco perchPé troviamo quella del primo maggio l’ennesima dimostrazione di propaganda e tutto sommato anche di provocazione”. Così, il senatore dem Francesco Boccia.
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