L’ex leader e fondatore di Alleanza Nazionale aveva chiesto al Premier una posizione netta sul fascismo: “La risposta è stata chiarissima”
Domenica scorsa, intervenendo alla trasmissione Mezz’ora in più di Lucia Annunziata, Gianfranco Fini aveva lanciato un vero e proprio appello a Giorgia Meloni, invitando il Premier a chiarire in modo definitivo la propria posizione sul fascismo ed invitandola a fare chiarezza, riprendendo la posizione originaria di Alleanza Nazionale.
“E’ il momento giusto per dire che i valori della destra sono quelli di libertà e uguaglianza, sono quelli della Costituzione, e sono antifascisti“, ha detto Fini domenica, “solo così Fratelli d’Italia potrà diventare un vero partito di destra europeo”. Poi rivolgendosi direttamente al Premier: “Giorgia Meloni dica, perché so che ne è convinta, che libertà, uguaglianza sono valori democratici, sono della costituzione, sono valori antifascisti: non capisco la ritrosia a pronunciare questo aggettivo. La capisco ma non la giustifico. Spero che Giorgia Meloni colga questa occasione per dire senza ambiguità e reticenze che la destra italiana i conti con il fascismo li ha fatti fino in fondo quando è nata An”.
A distanza di due giorni e dopo aver letto la lunga lettera di Giorgia Meloni pubblicata sul Corriere della Sera, Gianfranco Fini torna sull’argomento e in un’intervista rilasciata allo stesso quotidiano, plaude alle parole della leader di Fratelli d’Italia. Quando gli viene chiesto se il Premier ha risposto al suo appello, il fondatore di Alleanza Nazionale risponde con un netto: “Sì. Rileggiamo alcune frasi della lettera al Corriere : ’25 aprile momento di ritrovata concordia nazionale, celebrazione della nostra ritrovata libertà… il 25 aprile è stato e rimane l’affermazione dei valori democratici che il fascismo aveva conculcato (calpestato con forza, ndr) e che sono scolpiti nella Costituzione… la destra da trent’anni è incompatibile con qualunque nostalgia del fascismo…’. Faccio notare che Alleanza Nazionale nacque proprio tre decenni fa e che le parole ‘valori conculcati dal fascismo’ sono contenute nel documento finale del congresso di Fiuggi”.
Fini continua: “Di certo il mio invito a Meloni a definirsi antifascista non è stato accolto alla lettera: nel lessico, non cita l’antifascismo. Ma è stato accolto nella sostanza, nei valori richiamati e nei riferimenti alla destra del dopoguerra. Al riguardo non avevo, per la considerazione che ho del presidente del Consiglio, alcun dubbio”, aggiunge Fini, al quale è stato fatto notare che la Meloni non ha usato la parola antifascista. “Certo, (le parole ndr.) sono importanti. Ma lo sono anche i gesti simbolici. Cosa significa quindi l’abbraccio tra Meloni e Paola Del Din, medaglia d’oro della Resistenza, combattente antifascista della Brigata Osoppo, se non la concreta, fisica dimostrazione di credere davvero nel valore supremo della libertà e di onorare coloro che rischiarono la vita per restituirla al nostro popolo? E Meloni ha ribadito che è un dovere di tutti stare dalla parte della libertà e contro la dittatura sempre e ovunque, anche in Ucraina”.
Fini applaude le parole di Giorgia Meloni
Giorgia Meloni ha parlato del 25 aprile come festa di libertà: “E’ ovvio che se oggi possiamo festeggiare il 25 aprile come festa della libertà è solo perché gli italiani sono tornati liberi con la fine del regime fascista. Meloni ha scritto anche che ‘i costituenti affidarono alla forza della democrazia il compito di includere anche chi aveva combattuto tra gli sconfitti’. E ha fatto un inedito, per la destra, quanto esplicito riferimento all’amnistia firmata da Togliatti. È un concetto importante perché sottolinea l’auspicio che la celebrazione del 25 aprile non sia più strumentalmente utilizzata per stilare la lista ‘dei buoni e dei cattivi’, non già, come è giusto, in ragione del giudizio sul fascismo e sulla Resistenza, bensì in ragione della contrapposizione politica tra destra e sinistra”.