La guerra che sta colpendo lo stato africano, ha portato diversi stati a richiamare i propri concittadini. La missione italiana…
La guerra civile che sta martoriando il Sudan rischia di portare a nuovi clamorosi sviluppi in ambito internazionali. “Rimane purtroppo grave la situazione in Sudan. Perciò rinnovo il mio appello affinché cessi al più presto la violenza e sia ripresa la strada del dialogo. Invito tutti a pregare per i nostri fratelli e sorelle sudanesi”, ha detto oggi il Papa nell’Angelus, alla luce delle notizie che arrivano dallo stato africano.
La Francia ha richiamato i suoi connazionali, invitandoli a lasciare il Paese (non senza pericoli, visto che un convoglio transalpino è stato attaccato dall’esercito), e anche l’Italia si è mossa, avviando nel pomeriggio una pericolosissima missione di salvataggio di 150 italiani, che erano rimasti intrappolati a Khartoum. “Stiamo evacuando tutti i cittadini italiani che hanno chiesto di lasciare il Sudan, e questo grazie alla collaborazione tra il ministero degli Esteri, della Difesa e l’intelligence, e anche grazie ai colloqui che abbiamo avuto con i leader delle due fazioni contrapposte. Il presidente del consiglio è costantemente informato e contiamo, se le cose andranno per il verso giusto, di avere i nostri connazionali domani in Italia”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“Lavoriamo per garantire che entro la nottata tutti gli italiani che vogliono partire siano messi in sicurezza”, ha fatto sapere Tajani, precisando che “si tratta di 140 persone cui si aggiungono alcuni svizzeri, dei dipendenti della Nunziatura apostolica e una ventina di cittadini europei per un totale di circa 200 civili”. I paramilitari in serata hanno annunciato la partenza di 41 italiani e di alcune persone dell’ambasciata. Il punto di raccolta per tutti è stata l’ambasciata d’Italia, pienamente operativa, ha precisato Tajani, riferendosi alla missione diplomatica guidata dall’ambasciatore Michele Tommasi e insediata in un’area dove ancora sabato venivano segnalati almeno otto dei 24 fronti di scontro fra le due fazioni.
Operazioni simili sono state portate avanti anche da altri Paesi, che hanno richiamato i loro concittadini. Germania, Belgio e Olanda hanno annunciato l’inizio delle operazioni di evacuazione di loro cittadini dal Sudan, dopo che sabato l’Arabia Saudita era già riuscita a rimpatriarne 91. Nel frattempo continuano gli scontri e le violenze, con le nazioni Unite che stanno raggiungendo la capitale. Il bilancio annunciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità parlava di almeno 413 morti, tra cui nove bambini, e 3.551 feriti. I raid aerei sono continuati anche per tutta la giornata di domenica, provocando nuovi feriti tra la popolazione civile.
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