In esclusiva per Velvetnews.it, Gabriele Bordoni, noto avvocato penalista, commenta la situazione attuale: “E’ insostenibile”
“La situazione nelle carceri italiane è insostenibile. Siamo tornati indietro di dieci anni e non è stato fatto nulla per migliorare la questione”. L’avvocato Gabriele Bordoni, noto penalista ed esperto del mondo carcerario, commenta in esclusiva per Velvetnews.it, la situazione attuale, fatta di sovraffollamento, lentezza nei processi e di strutture vecchie e spesso inadeguate.
Avvocato Bordoni, qual è la situazione attuale delle carceri italiane?
“Siamo tornati sostanzialmente al 2013, quando venimmo bacchettati dall’Europa con la famosa sentenza Torreggiani che portò a tutte le conseguenze che ricordiamo: lo svuotacarceri e tutti gli interventi palliativi e non strutturati che servirono a poco. Purtroppo quando si lavora in questo modo, senza andare al succo del problema, i nodi tornano al pettine dopo poco tempo”.
Era una situazione facilmente pronosticabile?
“Tutti quanti ci auguravamo che quel momento coincidesse con una stagione completamente diversa. Diciamo di ripensamento, rispetto alla considerazione generale del mondo carcerario. Speravamo che le strutture diventassero decorose, che ci fossero interventi di ristrutturazione, di costruzione di nuove strutture. Purtroppo il carcere è ineliminabile, dobbiamo metterlo in conto e convincerci. Ma purtroppo dobbiamo constatare che non è cambiato assolutamente nulla”.
Nessuna eccezione?
“Esiste qualche realtà virtuosa, con uomini che nonostante la carenza di strutture hanno operato in una buona direzione. Penso a Bollate o a qualche realtà isolata, ma complessivamente la situazione è pessima”.
Il problema è derivato da lentezze nei processi, burocrazia esagerata o da cosa?
“Il problema principale non è tanto la lunghezza dei processi o il fatto che ci siano proroghe nelle misure cautelari o problemi di durata dell’intervento delle misure alternative. Con la Legge Cartabia le misure alternative sono state anticipate nella loro applicazione e vedremo se questo sistema porterà a qualche risultato. Il dato della giurisdizione è quello che conosciamo. Le custodie sono quelle che sono: a volte vengono usate bene, a volte vengono abusate. Ma il problema esiste e ce n’è un altro”.
Quale?
“Il carcere, come dicevo prima, è ineliminabile, ma questo non vuol dire che bisogna viverci nelle condizioni attuali. Esistono pene di lunga durata e carceri che sono piene di detenuti che scontano pene lunghissime. Questo è un qualcosa che non si può eliminare. Su altro si poteva lavorare”.
Cioè?
“Considerare più pragmaticamente un innesto di risorse nelle strutture penitenziarie che siano più decorose e permettano ai detenuti, ai quali è sottratta la vita di tutti i giorni, di non vedere sottratta anche la dignità. Persone che svolgano il loro lavoro con educazione e rispetto, che riporti il carcere alle sue reali funzioni: un momento di rieducazione, non di barbarie e di inferno. Quello è il primo passo da svolgere. Se poi la riforma riuscirà a mitigare i tempi di custodia cautelare e sveltire i tempi di applicazione delle misure alternative alla detenzione espiativa bene, ma intanto io avrei speso tempo, risorse, investimenti e cultura nel dare alle carceri un diverso tipo di aplomb piuttosto che quella cosa orrida che sono adesso”.
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