In un’intervista con Il Foglio, Giorgia Meloni torna a parlare di Ucraina e immigrazione, ribadendo il manifesto programmatico del suo governo.
La presidente del Consiglio ha ricordato che la guerra in Ucraina “ha un impatto multidimensionale, si pensi alla crisi alimentare e delle materie prime, che impatta sul destino di milioni di persone nelle aree più povere dell’Africa” e “solo ora comincia ad essere compreso nella sua pienezza”.
In questo quadro, secondo la premier Meloni, anche “l’immigrazione non è un tema a parte rispetto al quadro geopolitico che ho cercato di descrivere” come ad esempio “il conflitto in Sudan, la presenza del gruppo Wagner in Africa sono un altro capitolo della lunga guerra tra potenze vecchie, nuove, emergenti”.
Per questa ragione, aggiunge la presidente del Consiglio, “il problema della frontiera sud non è solo dell’Italia, ma dell’intera Europa”. E ancora: “La situazione della Tunisia mi preoccupa ogni giorno che passa e ha bisogno di una risposta urgente”.
La preoccupazione deriva dal fatto che “i Servizi ci dicono che una potenziale ondata di 900mila persone si prepara a sbarcare sulle coste dell’Europa”, mentre “la Tunisia è uno Stato che rischia il collasso economico”.
Secondo la leader di Fratelli d’Italia, “va sbloccato il finanziamento di 1,9 miliardi del Fondo monetario internazionale alla Tunisia, devono muoversi l’Ue e la Banca Mondiale”, con “una collaborazione che va oltre i confini dell’Ue”, dal momento che “l’Africa ha bisogno di un’azione anche degli Stati Uniti, degli alleati”.
“L’immigrazione è un fenomeno che va regolato, non possiamo permettere che siano i trafficanti a scegliere chi arriva in Italia”. A tal proposito, aggiunge Meloni, “l’Ue ha dato una prima risposta alle nostre analisi e proposte”.
Nell’intervista al quotidiano Il Foglio, la premier ribadisce il sostegno all’Ucraina e dichiara che la priorità è non perdere i soldi del Pnrr: “Le tre priorità del Pnrr? In realtà è una: non perdere soldi. E noi questo faremo, riportando le cose alla loro dimensione di progettazione e fattibilità. Una cosa è scriverlo (in qualche parte, male) a tavolino, un’altra è realizzare i progetti. Alla fine, la realtà bussa alla porta e ora a Palazzo Chigi c’è un governo che non ha usato quell’inchiostro e avrebbe fatto ben altro. L’abbiamo ereditato, ci impegneremo al massimo per gli italiani. Abbiamo detto alla Commissione Ue cosa ne pensiamo e cosa vogliamo fare, con spirito costruttivo e un grande senso di lealtà verso le istituzioni che rappresentiamo. Ci attendiamo lo stesso atteggiamento, da parte di tutti, anche dell’opposizione che tenta l’impossibile operazione di rovesciare la frittata”.
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