La preside antimafia Daniela Lo Verde, dirigente scolastica della scuola intitolata al giudice Giovanni Falcone, è stata arrestata per peculato insieme con il vicepreside Daniele Agosta.
Nel 2020 è diventata Cavaliere al merito della Repubblica “per l’impegno dimostrato durante la pandemia”. Secondo le accuse, supportate anche da intercettazioni, si sarebbe appropriata del cibo per la mensa della scuola, oltre che di computer, tablet e iPhone destinati agli studenti e acquistati con i finanziamenti europei.
Durante i quattordici mesi di indagine, la Procura europea avrebbe accertato la gestione irregolare di fondi di spesa pubblici Ue, stanziati per i progetti scolastici.
L’inchiesta è cominciata grazie alla denuncia di una ex insegnante ai carabinieri, che ha raccontato di una “gestione dispotica della cosa pubblica da parte dell’indagata”, si legge nell’ordinanza del gip che ha disposta i domiciliari per la donna. Era “impossibile” contrastare la gestione “salvo correre il rischio di ritorsioni”.
L’insegnante ha descritto la preside Daniela Lo Verde come “avvezza alla violazione delle regole”, riferendosi sia a quelle dell’emergenza Covid sia a quelle dei finanziamenti europei. Secondo il racconto dell’ex insegnante ai carabinieri, i progetti scolastici non venivano attuati in modo diligente e tra le insegnanti era frequente la prassi di raccogliere ex post le firme dei ragazzi, e non durante lo svolgimento delle attività.
Sempre secondo le indagini, ciò avveniva perché in realtà gli studenti non partecipavano ai progetti affidati alla scuola Falcone, o partecipavano in numero ridotto e l’ammontare dei fondi dipendeva dalla partecipazione degli studenti.
La docente ha raccontato agli inquirenti anche di fatture per gli acquisti che venivano gonfiate, e solo una parte dei soldi veniva spesa per la scuola, mentre il resto veniva usato in abbigliamento e scarpe per la dirigenza della scuola. Le dichiarazioni dell’ex maestra sarebbero state confermate ai carabinieri anche da altri insegnanti.
Ad agosto 2022 nella scuola Falcone era avvenuto un furto di computer dall’Aula Magna. L’episodio era stato denunciato sui media dalla stessa preside Daniela Lo Verde. “Per un cornuto un cornuto e mezzo, ci stanno arrivando soldi da tutte le parti!”, avrebbe detto il vicepreside Daniele Lagosta in una telefonata tra i due.
La dirigente scolastica rivendicava il merito di aver reso nota la notizia, “proprio al fine di cavalcare l’onda”, come riporta Ansa, riprendendo il giudice per le indagini preliminari. Dopo quel furto, il sindaco di Palermo aveva assegnato alla scuola Falcone una somma di circa 3mila euro per riacquistare le attrezzature rubate.
Le indagini sono state condotte dalla sezione Eppo del Nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo, coordinati dai procuratori europei Calogero Ferrara e Amelia Luise dell’Europa public persecutor’s office. L’indagine ha preso il nome La coscienza di Zen-O.
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