La polizia ha eseguito un decreto di fermo nei confronti di una donna di 47 anni, Stefania Russolillo, indiziata per l’omicidio di Rosa Gigante, madre del celebre tiktoker Donato De Caprio.
La donna, che risulta incensurata, ha parzialmente confessato grazie anche a una serie di testimonianze delle persone presenti nel palazzo che sono state raccolte dagli agenti.
Russolillo, assistita dall’avvocato Raffaello Scelsi, ha ammesso di aver spinto la vittima e di essere scappata. Poi una serie di “non ricordo”. I vicini di casa parlano della vittima come una donna innocua e di precedenti screzi tra le due donne.
Rosa Gigante aveva 73 anni ed è stata uccisa nel quartiere di Pianura, nella periferia occidentale di Napoli. Sul corpo, trovato riverso supino, gli investigatori hanno trovato segni di aggressione e tracce di un principio di combustione. Stando alle indagini, la sua vicina di casa l’avrebbe aggredita e uccisa al culmine di una lite per futili motivi.
Il figlio si è subito precipitato sul posto, dove sono arrivati tanti vicini di casa e persone del quartiere che conoscevano entrambe le donne. All’arrivo dei sanitari del 118 ci sarebbero stati alcuni momenti concitati.
Rosa Gigante abitava in un appartamento al primo piano di un palazzo di due piani. Come detto, suo figlio è Donato De Caprio, famoso su TikTok, grazie ai suoi panini preparati in una bottega della Pignasecca e per la frase al termine dei suoi video: “Con mollica o senza?”. Il tiktoker era prima dipendente di una salumeria, poi è diventato imprenditore grazie al suo successo sui social. La sua bottega si chiama proprio Con mollica o senza, il tormentone che gli ha fatto ottenere circa tre milioni di follower.
Il provvedimento di fermo nei confronti di Stefania Russolillo è stato notificato dalla Squadra mobile di Napoli dopo un interrogatorio in Questura ed emesso dalla Procura partenopea. L’autopsia al corpo di Rosa Gigante chiarirà quale sia stata la causa concreta della sua morte. All’altezza del collo della vittima è stato trovato un pezzo di cavo, anche se al momento non è certo se sia stato o meno usato durante l’aggressione.
Stando alle prime ricostruzioni, Russolillo sarebbe stata in cura presso un centro di igiene mentale e pare che la vittima l’avesse rimproverata, accusandola di sottrarle la posta e di rovistare nella spazzatura.
Manca anche l’arma del delitto. Si parla di “arma impropria”, che potrebbe essere un martello. Rosa Gigante potrebbe essere stata colpita alla tempia, strangolata e infine data alle fiamme.
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