A poco più di cinquanta giorni dalle elezioni europee, Lega e Movimento Cinquestelle continuano litigare. E dietro i sorrisi di facciata ci sarebbero in realtà nuove tensioni pronte a esplodere. Ecco come il quotidiano Libero di Vittorio Feltri descrive, in un retroscena, l’incontro a Villa Le Piazzole, sulle colline di Firenze, domenica 31 marzo, fra il premier Giuseppe Conte e il leader della Lega Matteo Salvini.
Il primo era lì per un evento a Palazzo Vecchio, il secondo si godeva una domenica di relax a casa Verdini, con la nuova fiamma Francesca. Così è stato naturale incontrarsi e scattate una foto a uso e consumo dei social media. “Pomeriggio di lavoro e relax in Toscana – scrive Salvini sui social – parlando del futuro. Buona domenica amici”. Parole alle quali fa eco Conte: “Bel pomeriggio insieme nella campagna fiorentina. Bene le parole e le discussioni, rispettando ognuno le idee dell’ altro, ma non perdiamo mai di vista la “ragione sociale” per cui siamo al governo: lavoriamo con la massima concentrazione per gli interessi degli italiani”.
Pace fatta? Neanche per sogno, sostiene ancora Libero. Perché se da un lato Luigi Di Maio spiega che “sono felice che Conte e Salvini si siano chiariti”, dall’altro il sottosegretario pentastellato Vincenzo Spadafora ci va giù pesante: “Cinquestelle e Lega presentano due idee di società diverse. La Lega si sta spostando molto a destra, una destra che può fare molto male al nostro Paese”. Uno spostamento che per Spadafora potrebbe “far cadere il governo e la colpa sarebbe della Lega”.
In giornata è andato in scena anche lo scontro sul Tg1. Il deputato leghista ha attaccato il direttore Carboni per la copertura ritenuta non imparziale del congresso di Verona: “Il Tg1 torni a fare informazione pubblica”. Dura la risposta del M5S che ha parlato di “Rai del cambiamento”.
A testimonianza delle tensioni in corso Conte e Salvini non hanno svelato gli argomenti del colloquio, ma è scontato che Salvini abbia manifestato al premier una certa insofferenza verso il suo sbilanciamento verso le posizioni Cinquestelle. I due, poi, hanno anche parlato del “Ddl Codice Rosso” che tornerà in aula: trovata la quadra sul “revenge porn” (ovvero punire chi diffonde video porno provati per vendetta), non c’ è invece accordo sull’ emendamento sulla castrazione chimica per gli stupratori.
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