Urne aperte domenica 24 marzo dalle 7 alle 23 per eleggere il nuovo presidente e il Consiglio regionale della Basilicata. Gli elettori aventi diritto sono 573.970, divisi in 681 sezioni. La regione è governata ininterrottamente dal centrosinistra dal 1995, anno in cui entrò in vigore il Tatarellum, la legge elettorale regionale che assegna la regione al candidato presidente che arriva primo, indipendentemente dalla percentuale di voti ottenuta.
Alle politiche del 2018, il M5S ha ottenuto il 44,35%, media fra Camera e Senato. Il centrodestra si è fermato al 25,39%, con Forza Italia al 12,4% e la Lega al il 6,28%. Ancora più indietro il centrosinistra: Pd al 16,14% e al 19,6% con alcuni alleati. Leu invece era al 6,44%.
Oggi si contendono la vittoria quattro candidati presidente: Carlo Trerotola, sostenuto da una coalizione di centrosinistra composta da 7 liste; Vito Bardi, coalizione di centrodestra con 5 liste; Antonio Mattia, unica lista a sostegno, quella del Movimento 5 stelle; Valerio Tramutoli, singola lista “Basilicata possibile”. Il centrodestra punta alla conquista della poltrona di governatore, ma il centrosinistra comunque ancora spera nel recupero. Il vincitore dovrà comunque affrontare subito quatto grandi problemi: la carenza di infrastrutture, il crescente spopolamento, il lavoro che manca e un ambiente da tutelare.
Le elezioni si svolgono con un nuovo sistema elettorale. È confermato il sistema maggioritario, con l’elezione diretta del presidente della regione. Insieme al neo-eletto entrerà in Consiglio regionale il candidato presidente della coalizione classificatasi al secondo posto (miglior perdente). Non c’è più il listino bloccato, pertanto gli altri 19 seggi verranno attribuiti con criterio proporzionale alle liste delle due circoscrizioni provinciali di Potenza e Matera. In tutto i candidati alla carica di consigliere regionale sono circa 280, di cui 113 donne.
Non è ammesso il voto disgiunto, con un candidato presidente di una lista o raggruppamento ed un candidato al Consiglio associato ad un altro aspirante governatore. Per la parità di genere, l’elettore può esprimere due preferenze riservando la seconda a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento della scheda. Occhio particolare all’affluenza, dato che potrebbe essere influenzato dalla grossa fetta di elettori lucani che vivono fuori dalla regione.
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